L'ARTE MONDIALE ALLA V ESPOSIZIONE DI VENEZIA opere liello .slcs.so aìitoi'e edite dall'Istituto Italiano d'Arti Qrafichc L'Arie Mondiale alla Terza Esposizione di Venezia, con 15,^ in- cisioni e con copertina originale di G. M. Mataloni. L'Arie Mondiale alla Onarla Esposizione di Venezia, con 276 incisioni o con copertina oritcinale di \'. i,a lidia. L'Arlr Decorativa all'Esposizione di Torino del 1902, con 454 incisioni e 5 tavole in tricromia. Allravrrso i^li Albi e le Cartelle — Prima Serie, con 594 incisioni, 24 inquadrature, testate ed iniziali originali di Bcrchmans, Donnay, Dudovich, ITohenstein, La Bella, Macchiati, Alaré- chal, Mataloni, Atcntessi, Meunier e Rassenfosse ed una co- pertina a colori di (i. M. Mataloni. In preparazione ; Attraverso i^li Albi e le Cartellr - Seconda Serie Gl'Impressionisti francesi. Le Arti Belle in Italia nel Secolo Desiinonono. Medaglie e targhette. Vincenzo Gemito. VITTORIO PICA L' Arte Mondiale alla V Esposizione di Venezia CON 18 TAVOLE E 248 ILLUSTRAZIONI B E R G A M O ISTITUTO ITALIANO D'ARTI GRAFICHE, EDITORE 190 3 Tiilti i diruti riservati. Officine dell' Istituto Italiano d'Arti Grafiche — Bergamo FREGIO DELLA SALA DEL LAZIO. RETTORICA DECORATIVA. L IMPORTANTE ed attraente novità della quinta delle fortunate mostre veneziane ^ consiste nell'avere unita all'arte pura l'arte applicata, affidando a speciali com- missioni di artisti l'incarico di addobbare ed arredare le varie sale regionali, in cui sono esposte le opere di pittura e di scoltura dell'Italia, in modo che ogni sala — per ripetere le parole testuali di una circolare, scritta con elegante lirismo, che lo scorso autunno venne lanciata per tutta la penisola dal Sindaco di Venezia — rendesse l'immagine di una piccola galleria allestita da un amatore intelligente, il quale non solo sappia raccogliere le cose belle, ma voglia presentarle bene e viver bene nella loro consuetudine amica. L'idea ingegnosi di Antonio Fradeletto, instancabile nell'inventare ogni biennio nuove attrattive per la nobile impresa che s'impersona in lui, ha di prim'acchito guadagnato il favore della grande maggioranza del pubblico, lieto di potere distrarre lo sguardo dalla contemplazione alquanto austera e riflessiva delle opere di pittura, scoltura od incisione per posarlo sul fasto, più di una volta teatrale, delle porte marmoree, delle vetrate a colori, dei cortinaggi ricamati, delle colonnine, degli specchi e delle mensole dorate. Non credo, però, che la critica, pure applaudendo al proposito lodevolissimo di riunire nelle mostre artistiche del nostro paese le arti minori alle arti maggiori, possa dichiararsi oltremodo soddisfatta, meno qualche eccezione, dei risultati otte- nuti in queste varie sale regionali, ideate ed eseguite, stante la ristrettezza del tempo, senza la necessaria ponderazione e, in più d'un caso, da artisti che face- vano le loro prime prove nell'arte applicata, mentre invece dalle commissioni ordi- Fot. C. Nay.; - Venezia. ADOLFO APOLLONI : FONTANA DELLA GIOVENTÙ. Rcttorica decorativa 7 natrici era stato improvvidamente escluso più d'uno di coloro, che. in fatto d'arte decorativa, hanno attestato in modo evidente, in questi ultimi anni, la loro valentia, il loro buon gusto e la loro modernità inventiva, come ad esempio, per citare qualche nome, il Mataloni. l'Hohenstein, il Quarti, il Cometti, il Lovatelli. Ma l'errore essenziale sta. a mio credere, nel non aver tenuto il debito conto, in questa, diremo così, seconda tappa ufficiale dell'arte decorativa italiana, di quanto V. ■««• -«CHC ■■&<. ■■ 0< ><. >t ><. ■ X. ■■3<: y<- Xì • >^ >tì ' :^'' F..1. T Filippi - Vene SOPK.APPORTO \ELL.\ S.^LA TOSCA\.\. era apparso in modo evidente nella prima tappa, rappresentata da quell'esposizione torinese dell'anno scorso, la cui importanza di rivelazione e d'iniziazione è stata apprezzata, ahimè! assai più all'estero che nel nostro paese, dove gli si sono mo- strati ferocemente ostili così i bigotti della tradizione come i brillanti campioni di una novissima forma di snobismo reazionario. Dunque, chi a Torino aveva osser- vato, con attenta e serena coscienziosità critica, i prodotti italiani, aveva dovuto riconoscere non soltanto l'inferiorità nostra in confronto alla maggior parte degli altri popoli d'Europa e la mancanza di un complesso di spiccati caratteri nazionlia, ALESSANDRO POMA: PANNELLO DECORATIVO DELLA SALA DEL LAZIO. "^ L'arte inoiididlc n l'ciirziii ih! l'XK^ m:\ anello f S()|ira lutto (.'ho assai osi,t,uio è tuttora il luiimro ili coloro the in Italia, lavoranilo il legno oil i metalli, la ceramica od il vetro, il cuoio od i tessuti, ail- dimostrano di possedere insieme Imon senso e Inion gusto e d" intendere le esi- genze di praticità e tli logica delle arti minori. Dato ciò. il meglio era di non af- frettare troppo la seconda pubblica iirova e di concedere, così ai pochi vincitori com2 ai numerosi sconfitti della mostra toiiiiesc ed a coloro che non vi avevano, per una ragione oti un'altra, partecipato, un periodo jiiìi o meno lungo di riposato esame di coscienza e ili laboriosa uiatura/ioiu' estetica, dui'antc il i|ualc potesseio profittare degli ammaestramenti degli stranieri, evitando le pedisseque o superficiali imitazioni, e potessero rendersi conto esatto dei pregi da sviluppare, delle deficienze da colmare e dei difetti da correggere nell'opera propria, giacche bisogna persua- dersi che le manifestazioni d'arto, per riuscire davvero utili e significative, hanno assoluta necessità ili un'abbastanza lenta elaborazione preparatoria e non possono, senza grave d.ìnno. essere eccessivamente affrettate mercè l'artificio di una coltura iiitensiva. Le incertezze di un risultato davvero utile per l'arte italiana appaiono, del resto, anche sotto il linguaggio fiorito della circolare di sopra citata, ma il comitato di- rettivo si è lasciato persu.idcre dagl'interessi particohiri della mostra veneziana a Rcttorica decorativa 1 1 non ritardare di due anni ancora un'iniziativa, che stimava destinata a successo si- curo presso il pubblico e che poteva essere sfruttata da una mostra rivale. Di questo non posso ìari,di rimprovero, ma penso che doveva addimostrarsi, nell'at- tuazione del suo proposito, più modesto e più pratico. Fot. T. Filippi - Venezi: DOMENICO TRENTACOSli; : CAMINO. Così non era da pretendere da tutte le proviiicie italiane un insieme decora- tivo, quasi che in ciascuna di esse — come accade in Germania, dove Berlino e Monaco, Amburgo e Carlsruhe, Dusseldorf e Darmstadt rappresentano davvero oggidì tanti differenti centri d'arte applicata — vi fosse già un complesso di artisti e di artieri, abituati a lavorare in comune secondo un particolare indirizzo, tanto più che ciò i^oteva suscitare ri\alità regionali e giudizi passionati, che. almeno in lue. T. lilippi - Venezia, PORTA DELLA SALA TOSCANA. '^ L'arte iiioiìiliulr ci l'nicxiti nel l')()3 t|i!esto primo periodo tli risvcj,'iio liillc arti applicale lul nostro iniusc durante cui sarebbe utile che si attivasse lo scambio di alcuni prodotti artistici-industriali del mezzogiorno con altri del settentrione e del centro d'Italia, è saggezza evitare. Così, piuttosto che fastose sale di palazzi signorili, destinate ad accogliere un numero scelto di opere d'arte pura, ad esse adatte e con esse armonizzanti, biso- gnava iiiii semjiliccmente cliieckre alle varie commissioni di preparare sale di espo- sizione, il cui scopo precipuo doveva evidentemente essere di i)resentare. pur lot. T. Filippi - Wv.ti GIUSEPPE K0MAG.\01.l: LA VITA (VASO l\ BRONZO). creando loro intorno una cornice di elegante e ricca bellezza, i i|iiadri e le statue, prescelti, senz'aleuna speciale limitazione, dalla giiiiia d'accettazione, nell'aspetto più vantaggioso. Così, non si doveva rinunciare ptr l'arte decorativa al confronto, riuscito già tanto utile ed istruttivo, degli artisti stranieri cogli artisti nostrani e dovevasi quindi ottenere, quali che fossero le difficoltà ila superan-. che alcune altre sale fossero ideate ed eseguite da Francesi, da Inglesi, (.la I^elgi. da .Alemanni, da Svedesi, ila Olandesi e so|ira tutto da cpiegli .\ustriaei, i tiiiali. a \'ienna come a Parigi nel Ri'ttorica d eco rat iva '7 1900, si sono rivelati maestri originalissimi di squisita, gioconda e novatrice orna- mentazione interna di una mostra d'arti belle. Ma noialtri Italiani non siamo ancora completamente guariti, bisogna pure con con tutta schiettezza confessarlo, da quella fatale malattia della rettorica, che ci fa esta- siare pel gesto largo ed enfatico, sia anche inopportuno, superfluo o vano, per la Fot. T. Filippi - Venezia. FREGIO I.\ ISTUCCO DELL.^ S.\LA LOMB.\RD.'\. frase sonante e vuota, per l'apparenza pomposa, mascherante un contenuto povero e banale, e ci compiaciamo di risognare, in periodici accessi di narcisismo cere- brale, il sogno, così pernicioso ai nostri padri ed ai nostri nonni, del primato ita- lico. Ebbene, il comitato veneziano ha avuto il torto di volersi assicurare un suc- cesso immediato e trionfale, vellicando queste debolezze dello spirito nazionale. È avvenuto quindi che le sale regionali, eccetto un paio, in cui il programma del comitato è stato attuato con disinvolta, accorta ma alquanto infedele indipendenza, ci appaiono come esercitazioni di rettorica decorativa, più o meno sapienti, gra- devoli agli occhi o tecnicamente pregevoli nei particolari, mentre invece avrebbero dovuto presentare modelli razionali, leggiadri e pratici, atti a far fare un passo IS L'aite mondiale a Vcìiczia nel l^/(l.ì avanti in Italia al conijilcsso pidhknui cU'li"aiiclohÌK) e tleiraiTcclanuMito intorno (Ic\lj1ì edifici pubblici o piivati, in accordo con le esigenze e con le aspirazioni dei tiinpi otlierni. a risolvere il cpiai problema u'ii stranii'ri, da parecchi anni j^ià. hanno ap- I ni I I liippi - Wnczia. E. QUADRELLI : SOPRAPPORTO DELLA SALA LOMBARDA. plicato il loro buon misto e la loro vena inventiva, con risultati oltreniodo inte- ressanti. Le lurida di entusiasmo e di compiacimento patri(jttico non sono, di sicuro. 20 L'arte mondiale a Vcìic?:ia iici l'XIJ mancate nei primi giorni, anzi hanno superato ogni piii iusinghit'ra asjiettativa. ma ciii non sa che, assai spesso, le esposizioni iianno un dolce periodo di luna di miele, durante il quale tutto sembra bello, tutto semiira iniono ed un'insolita letizia, fatta d'indulgenza, di tenerezza e d'entusiasmo, ritle negli occhi e sulle labbra così degli ordinatori come dei visitatori di esse ? Foi. 1. lilippi - Venezia. P\RTlCOL.\kI DI l'N.\ rORT.\ nri.I..\ S.\L.\ I,OMB.\RI).\. lo, però, jier conto mio. diffido ak|u.into delle animirazioni enfatiche dei primi giorni, sapendo per esperienza che non sono le ijuaiità esteriori ed ap|)ariscenti. che durante essi accaparransi quasi sempre l'attenzione del pubblico, quelle che deci- dono del vero successo di una mostra d'arte e che ne costituiscono la reale im- portanza, come non sono le opere che attirano a bella prima i nostri occhi cjuelle destinate a conquidere definitivamente il nostro animo. Difatti, a \'enezia, passata la prima gradevole sorpresa per la sontuosità affatto nuova etl eccezionalmente si- CESARE LAURENTI: PARTE DEL GRANDE FREGIO PER LA SALA DEL RITRATTO. (PIASTRELLE IN CERAMICA DELLO STABILIMENTO DEL CAV. OREGORJ DI TREVISO). Reltoriai decorativa 21 gnorile delle sale destinate alle opere italiane ed alla collezione internazionale dei ritratti e scemata la curiosità compiaciuta degli sguardi, passanti dall'addobbo di una sala a quello, di aspetto affatto diverso, della sala susseguente, lo spirito critico si è risvegliato di un tratto e si è rivelato subito molto severo. E. quadrelli: amore e dolore (orologio in marmo) Esso ha osservato che nel nuovo ordinamento l' arte pura trovasi sì riunita all'arte applicata, ma senza riuscir mai o quasi mai a formar l'agognato assieme armonico, cosa d'altronde quasi impossibile ad ottenersi, specie all'epoca nostra in cui l'individualismo trionfa così spiccatamente nell'arte, allorquando contenuto e contenente non siano opera di un medesimo gruppo di artisti, ravvicinati da una rara omogeneità di visione estetica e di comunanza di processi tecnici. Esso ha osservato che evidente appare in varie sale, specie in quella dei ritratti, nella Ioni- l'iiiìc moiidiilìc a Venezia nel I')(Ì3 barda e nella tosiaiia. che alcuni par- titolari di esse, sia un fregio in cera- mica, sia la stoffa delle pareti, sia un tappeto, danneggiano gravemente l'ef- fitto delle opere esposte, difetto clic ha suscitate infinite, clamorose ma non ingiustificate lamentele di artisti e che ha perfino indotto un manipolo jiiù risoluto <) più insofferente di pittori a trasmigrare, con le loro tele, ila una sala ad un'altra. Esso ha osservato che. eccetto il salottino del Mezzogiorno , l'unico che |)ossegga una finestra e mobili di comoda praticità, nessuna delle sale regionali presenta l'aspetto ed ha evidenti i caratteri di una stanza tl'appartamento moderno, impressa di ealile abitiuliiii umane, per ripetere un'altra frase imaginosa del programma veneziano. Esso ha osservato che la praticità, la- misura e la logica, che avrebbero dovuto guidare nell'opera loro gl'ideatori e gli ordinatori delle sale, sono state troppo spesso trascu- rate od anche offese e che la pomposa esuberanza decorativa, la superfluità o l'inopportunità di oggetti stonanti nell'ambiente in cui sono posti, l'ibri- dismo di tendenze opposte e tli elementi ostili appaiono i^iù d'una volta allo sguardo indagatore di colui che non si accontenti della prima impressione sceno- grafica. E la rettorica purtroppo che ha trionfato, ma se la severità s'impone nel giudizio sintetico del tentativo veneziano, che nel suo complesso deve considerarsi come mancato, non potendo esercitare l'influenza di benefico insegnamento sul- l'iniziata ma assai incerta ancora rinascenza decorativa italiana, molto avremo da lodare in un particolareggiato esame analitico, sia per fervore, piacevolezza ed a- gilità d'invintiva. sia per sapiente cura di esecuzione. i:. QUADRELLI : CANDELABRO D ARGENTO. ALTRA PARTE DEL FREGIO DELLA SALA DEL LAZIO. TRA IL VECCHIO E IL NUOVO. FIN dallo scorso anno, parlando, a proposito della mostra torinese, dell'opera moderatrice dei tradizionalisti in paesi, i quali, come l'Italia e la ^Francia, posseggono un passato glorioso, con cui sarebbe pernicioso e quasi assurdo spezzare di un tratto ogni legame, io affermavo che essa, in fatto d'arte decorativa, potrebbe riuscire non poco giovevole, a patto però che ben presto, secondo più d'un sintomo me lo lasciava temere, non trasmodasse in reazione e che sapesse rinun- ciare a tutte le caduche forme esteriori, create da transitori bisogni e da transitorie tendenze di epoche lontane da noi, per proporsi di mantenere soltanto gli essenziali caratteri permanenti, che rispecchiano lo spirito etnico, le necessità climatiche e le consuetudini della vita del nostro paese. Ciò che io temeva è avvenuto. Tutti i nemici per indole, per studi o per inte- resse del nuovo, tutti gì' ipnotizzati dalle glorie artistiche del passato, tutti i briosi pubblicisti, che giudicano di supremo buon gusto cambiare di opinione come di taglio di marsina da un anno all'altro, hanno, in questi ultimi mesi, sventolato in- stancabilmente il bandierone della tradizione, con grande giubilo di coloro che preferiscono ricostruire i vecchi castelli e completare le vecchie chiese, con la fan- tasiosa infedeltà, in cui fu maestro, nella prima metà del secolo scorso, il francese Viollet-le-Duc, ad ideare ed eseguire edifici rispondenti alle aspirazioni ed alle necessità dei giorni nostri ; di coloro che, arricchitisi nell'abile ma servile imita- zione e spesso contraffazione dei modelli antichi, tremano al pensiero che la richiesta del gran pubblico si possa rivolgere verso una produzione di carattere moderno : di coloro che sono affetti d' inguaribile impotenza inventiva e di coloro che non hanno la volontà o non si sentono la forza di vincere la loro pigrizia in- Fot. T. Filippi - \cni- G. BELlKAMi: DLli GALLI (^VETRATA A COLORI SU CARiONH D'I. CANTINOTTl). Fot. T. Filippi - Venezia. G. BELTKAMl: i LK DON.Mf, I CA- VALIER.... (VETRATA A COLORI SU CARTONE DI G. BLI-KA). 26 L'urie iiioiìiliiilf u Vviio.iu mi l'KIJ tt'llcttualc. abituati come sono a disegnare la facciata di un palazzo od a ilecorare l'interno di una sala col medesimo decrepito sistema, atl un dipresso, con cui Ba- silio Puoti insegnava a scrivere una pagina di prosa italiana, mercè un paziente mosaico di frasi di buoni scrittori. Non essendo punto, come bin sanno i miei cortesi lettori, un novatore pas- sionato ed intransigente, ammiro aiuh'io grandemente i capiiaNuri del passato, credo anch'io che bisogna sapersi mantenere fedeli allo s|iirilo della razza, giudico ;riiiìfltiMdHriH9kiaa6flEitei«M«««B«ag*dÉMMHiMtfafiiÉitfÉÉa«flkaÉ FREGIO DELLA S.^LA VENETA. anch'io utili gli ammaestramenti della tradizione e preferisco che, nell'attuale rin- novazione decorativa, si proceda in Italia, per quanto sia possibile e siccome ce ne hanno dato l'esempio i francesi, nostri fratelli in latinità, piuttosto per evoluzione che per rivoluzione. Siccome, però, penso che debbasi sopra tutto volere essere dei propri tempi e che sia di assoluta necessità che l'età nostra abbia un'arte de- corativa, come l'ebbero le età che l'hanno preceduta, io stimo supremamente dan- nosa l'opera di quei critici, i quali, con articoli di giornale, con pubbliche conferenze, con conversazioni private, pretendono di screditare il molteplice movimento inter- nazionale di rinnovazione delle arti minori, proclamandone la bancarotta, così come Tni il vecchio e il nuovo 29 Brunetière fece, qualche anno fa. per la scienza, si sforzano di scoraggiare i nostri artefici dal tentare il nuovo, cedendo alle sollecitazioni del proprio genio creativo ed agli esempi che vengono loro dall'estero, e vorrebbero rinchiudere tutta l'odierna attività decorativa italiana fra i cancelli di una più o meno dotta imitazione sia, secondo gii uni. del quattrocentesco toscano, sia, secondo altri, del cinquecentesco romano, due stili che hanno avuto un troppo vasto e completo svolgimento perchè si possa sperarne nuovi gustosi frutti. L'influenza di questa propaganda di un tradizionalismo reazionario, che conta, fra gli altri, due campioni di molto acume, di copiosa coltura e di agile, elegante VINCENZO CADUkI.X Fot. T. Filippi ;.\^^.\I'.\.\CA IN LEGNO SCOLPITO. e persuasiva parola in Ugo Ojetti e Diego Angeli, che per vari anni ho avuto il pia- cere di aver accanto a me nei combattimenti d'avanguardia artistica, è stata grande, come attestano la maggior parte delle sale regionali di Venezia, che passerò or ora in esame, e maggiore potrà diventare in appresso. Ma vi saranno pure, me lo si lasci sperare, artisti ed artieri, i quali, dopo aver fatto alcuni passi in avanti, non si arresteranno dubbiosi ed esitanti fra il nuovo ed il vecchio, e. malgrado il grido di macchina indietro ! ■■■ che viene fuori, nell'ora presente, da tante bocche, continueranno, con passo reso sicuro da una profonda convinzione, a procedere per la strada di novatrice modernità in cui si sono posti, ripensando forse che Giuseppe Verdi, mentre scriveva il famoso monito « Ritorniamo air antico! >, rinnovava per proprio conto, con grande arditezza, da capo a fondo, l'arte sua, componendo le opere sue più belle e \i\\.\ possenti. 32 L'arie moinliulc a Vciur-Ja nel l'iOJ Nfll'oilierna mostra veneziana, la sala del La/io. la qnale trovasi a sniistra entrando ed ò l'ultima segnata nel catologo. rappresenta l'opera dei puristi della tradizione. Essa, nel suo fasto seenoifratico e nell'ostcntato disjirczzo d'ogni mo- dernità, presenta quell'aspetto di armonia complessiva, mancante a i|uasi tutte le altre sale regionali e dovuta al concetto chiaro e preciso di tedelmente attenersi allo stile classico romano che ne ha guidato i tre ordinatori. Ciiulio Aristide Sar- lui. r. Filippi - Vene; CORNICE IN LKG.VO t PANNELLO INI CERAMICA DELLA SALEITA DEL MEZZOGIORNO. torio. Adolfo Apolloni ed Onorato (Jarlaiidi, nonché all'omogeneità estetica ilelle opere espostevi, le quali, fatte poche eccezioni, sono dei metk'simi artisti diecianno ideata od hanno collaborato alla decorazione. La sala, che è delle più vaste e credo anche delle più alte dell'esposizione di Venezia, ha tutt' intorno nella parte superiore, fra due sottili cornici d'oro, un largo fregio a chiaroscuro, raffigurante una schiera di putti nudi che sostengono un festone d'alloro, ideato dal Sartorio ed eseguito da lui. con la valida coopera- zione degli altri sei artisti romani. Carlandi. CoromaUli Innocenti. Nardi. Noci e Tra il vecchio e il nuovo 33 Poma, esso è opera di squisita leggiadria pittorica. Nelle pareti, su cui si drappeggia a piccole pieghe una stoffa serica di un verde abbastanza scuro, apronsi tre porte dai frontoni e dagli stipiti in legno intagliato e dorato. Sul pavimento stendesi un PUKT.V ULL i.XLUlllXu DHL MEZZOGIORNO. Fot. C. Naya molle tappeto e nel centro della sala sorge una fontanella in marmo, bronzo e alabastro dello scultore Apolloni, di una graziosita alquanto leziosa, circondata da seggiole di assai semplice sagoma arcaica. Se è innegabile die la sala del Lazio riesce, contemi^lata nel suo complesso. 7/v/ // vecchio e il nuovo gradevole all'ojchio. un attento esame rivela però non esservi alcun particolare, anche minuto, che possa giudicarsi affatto nuovo e che, a ben riflettere, essa non rappresenta che una di quelle ricostruzioni, fatta di certo con non comune artistico POKTA DELLA SALA DEL MEZZOGIORNO. accorgimerto. di ambienti di un dato stile, come tanti ne sono stati eseguiti nel secolo scorso, in modo, che se non vi fosse sulle pareti qualche ritratto di signora moderna, nulla ci rivelerebbe di trovarci in pieno secolo ventesimo. Eppoi, pure non volendo tener conto di vari particolari poco felici o addi- rittura sbagliati, come quello di un'inutile porta finta per collocarvi un |iannello 3f' L'arie nioinlialc a W'iìcziu nel ì')03 decorativo ilei Poma, eoii relativi versi latini (anche questo delle citazioni e dei motti latini è ciarpame rettorico, a cui bisognerebbe in Italia rinunciare una buona volta), come quello del fusto che nelle due colonne scannellate della parete di E. basile: SCRIV.\NIA in mogano, eseguita dalla casa DUCROT di PALERMO (con pitture di E. DE MARIA-BEKGLER E I-IC.URINE IN BRONZO DI A. IGO). fondo esce fuori dal capitello per fare da sostegno alla cornice del fregio, come quello più grave, di avere applicata a ino' di cortinaggio la stoffa delle pareti, su cui sonosi dovuti appendere i quadri, può essa considerarsi, secondo richiedeva il programma del comitato veneziano, una vera sala di appartamento oil almeno una Tra il vecchio e il nuovo 37 sala di esposizione d'arte moderna e non rende piuttosto l'iniaj^nne. siccome mali- ziosamente ha osservato Enrico Thovez. di un ridotto di teatro o di una sala di caffè di cinquant'anni fa ? Nella sala toscana s' incomincia ad intravedere l' incertezza fra il vecchio ed il nuovo, che caratterizza la maggior parte dei tentativi decorativi nell'attuale mostra veneziana. Nel caso presente io credo che, più che da altro, derivi da una certa E. basile: l\ medesim.^ scrivania aperta. Fot. C. Naya - Venezia. differenza di aspirazioni e di consuetudini estetiche fra i vari artisti che hanno lavorato insieme alla decorazione di essa. Siccome, però, il Chini, il Fioravanti e gli altri giovani componenti della società « Ars et labor :s>, che rappresentano le ten- denze più moderne, sono tutt'altro che scapigliati e che l'architetto Mazzanti, più ligio alla tradizione classica, non è punto un parruccone, ne è derivato che il dis- sidio, che pure esiste, è abbastanza bene nascosto sotto la signorile eleganza un po' fredda dell'insieme. Galileo Chini, artista di un fervore d'inventiva, di una facilità di esecuzione e di un nativo buon gusto pittorico, che ne fanno uno dei ])iù preziosi campioni 3S L'arie inoinlidlc a \'rnc?.iii ini l'>l>3 dell'oilicrno iiioximcnto clccoiatixo italiana >.■ clic ù tlcstinato atl lui ijlorioso a\\c nire, se influenze reazionarii' unii rafirciiLiaiiiKi eccessivamente le arditezze lidia sua fantasia, ha dipinto sulla volta tlciia sala toscana un'allegoria leggiadra ma un po' confusa di figure alate sur un fondo troppo scuro turchino ed oro. Sotto di essa, corre tutt'intorno alla sala un fregio tli maiolica a riflessi iridati di una floreale composizione, tmppo monotniiauiriitc siilizzata a gusto inin. ma che riconferma in modo assai degno, cosi come tutta una collezione di \asi e di piattelli, radunata 1 ut. e. Nay.i - V. K. B.\siLt;: i'OKiACA[^r[;Li..\, esegiìta dalla casa duckot. in un armadio a vetri che trovasi sulla tribuna della scultura, la fama saputasi procurare in breve tempo in Italia ed all'estero dalla manifattura fiorentina L'Arte della Ceramica », a cui Galileo e Chino Chini ed il conte Vincenzo Giustiniani consacrano, con appassionato ardore, tutta l'attività dei loro ingegni giovanili. Nello zoccolo di legno stuccato di una poco gradevole tinta giallina. negli stipiti e nelle cornici delle due porte in marmo, ricoperti tutti di una medesima patina, in maniera che due materie così differenti preseutaiin una medesima appa- renza e che bisogna ricorrere al tatto per distinguerle l'ima dall'altra, la tendenza classicizzante ripiglia il sopravvento colle lineature rigide e cogli abusati motivi di ovoli, di dentelli e di palmette. Tra il vcccliio e il /movo 39 Un senso di morbida piacevolezza moderna riappare e riesce assai gustosa nelle due bellissime portiere in velluto, nei due soprapporti ricamati e nei quattro pannelli in seta a traforo, disegnati da Ugo Fioravanti, i quali hanno il grave demerito, comune purtroppo alla stoffa grigia di fondo delle pareti, di danneggiare i quadri che vi sono posati su. In quanto al grande camino di sagoma solida, semplice ma non certo molto nuova, che occupa il centro della maggiore parete della sala toscana, esso, mal- grado le due teste scarmigliate che ne reggono il frontone e le tre snelle figurette Fot. C. N:iya - V E. BASILE : T.WOL.A UÀ TÈ, ESEGUITA DALLA CASA DUCROT. muliebri che ne adornano la parte superiore, in cui con viva compiacenza si ritrova la grazia squisita di quel mirabile scultore che è Domenico Trentacoste, ci appare alquanto disadorno e massiccio. È però probabile che tale impressione svanirebbe se lo vedessimo tradotto nei marmi, nel bronzo e nelle ceramiche, coi quali è stato ideato dal suo autore. Soltanto io mi chieggo se questo colossale camino, così come le due rustiche cassapanche e così come il lucernario del soffitto, sarebbero adatti ad una sala di appartamento moderno, e la risposta parmi che non possa che essere negativa. Il dissidio fra le varie volontà che hanno contribuito all'opera comune ap- •♦- l.'diic nifliìdialc a Venezia nel 1903 pare, con una stritlentc dissonanza di linee e di colori, sopra tutto nella sala dell' Eini- lia. benché si tratti — e ciò davvero sorprende - di artisti abituati a lavorare insieme. Quale accordo può regnare tra il fregio di aristocratica preziosità, nella quat- trocentesca sua ispirazione, in istucco bianco ed oro. raffigurante giovanette che danzano in mezzo ad alberelli carichi di fiori o di frutta, e gli stipiti delle porte Fot. '-. Naya - Venezia. H. B.\SILE : PIKDiSrALl.O l.\ Ll-GNO INTAGLIATO. e lo specchio scolpito di sagome oltremodo disarmoniche ed in cui è fatto un abuso nonché stucchevole di oro, con le portiere ed i divani ricamati ad orchidee violacee su fondo bigio e coi galloncini verdi dai fiocchetti rossi ed i cuoricini stilizzati gialli e turchini, degni del mellifluo cattivo gusto di un monastero di monache? Ma, per fortuna, a riabilitare alquanto l'errore complessivo di un così nobile gruppo d'artisti, vi sono, oltre a due lampad • metalliche assai garbatamente ador- nate da corone di anemoni, un gran vaso in bronzo, con tre coppie di figure in bassorilievo, di Giuseppe Romagnoli, di originale concezione simbolica e di severa Tra il vcccliìo e il nuovo 43 bellezza di linee, ed un velario, con un ben stilizzato motivo di melograni, ricamato su disegno di Augusto Sezanne, che è incontrastabilmente opera di squisita vaghezza. Anche nella sala lombarda e nella veranda contigua, che la completa, il vecchio si alterna col nuovo ed il brutto col bello, senza purtroppo raggiungere la deside- Fot. C. Naya - \'enezia E. B.\S1LE PIEDISTALLO IN LEGNO lNTAGLL\TO, ESEGUITO DALLA CASA DUCROT. rata fusione armonica. Brutto e più d'una volta volgare è tutto quanto riguarda la tappezzeria, dalie portiere di un turchino sordo, con ricami di cordoncini e fiocchi dorati, che si direbbero concepiti da un sarto militare, a quella lista quadrata di tappeto giallo, con arabeschi rossi, che dal pavimento ferisce così crudelmente gli occhi dei visitatori, distraendoli dalla calma contemplazione dei quadri. Nella parte architettonica, ideata dal Moretti, e negli elementi scultorei e pit- torici della sala lombarda molto vi è invece da lodare, benché talvolta appaia troppo manifestamente la preoccupazione di volersi ispirare alla più pura tradizione 44 L'diic niondiulc Vnicxici ne! 1903 italiana col lipiodiirrc, anello fuori tiOppoitunilà ed in niutcrie che ad essi non si addicono, alcuni iiartieolari ornamentali, come ad esenijiio c|uci bellissimi ma ossessionanti nodi leo- nardeschi, che ritroviamo (|ui. materiali in ferro battuto nel lucernario in vetro e metallo dorato, eseguito, con sapiente i lej^anza. da t|uel mirabile artefice che è il Mazzucotelli. hi jiarticolar modo prej^evole. nella sua Icf^ffiadra f{en- tilez/a. è il fre),'io in istucco color avorio con rari ritocchi aurt i. che raffigura, con rilievo leggerissimo, fasci di oleandri legati ila festoni di edera: esso è stato modellato da Guido Tersico eil eseguito da Pietro (Calori, il i|uale ha eseguito altresì le due porte minori su modelli del \'edani. Sulla terza porta centrale, che mette nella veranda, la quale contiene belle \etrate a colori della (^asa Beltrami su ]iittoreschi car- toni del IJiitfa e del (lantinntti. mobili in losso iti oro del lagnani ili gusto jiiuttosto volgaruccio. graziosi monogrammi disegnati da l-'ranco Fano e tradotti in metallo e smalto dal Ravasco ed alcuni mediocri oggetti in argento del Mosini. il Quadrelli ha plasmato una specie di fantasiosa allegoria, che, se possiede innegabili pregi di concezione ardita e di vigo- rosa fattura, si rivela, a primo colpo d'occhio, per la sua mole e per lo .sviluppo in alto-rilievo della figura principale, disadatta ad adornare il sommo di una porta. Non basta essere un valente ed originale artista per riuscire di primo colpo nell'arti applicate, in cui la bellezza deve .sempre andare ac- coppiata all'utilità, se non addirittura esserle subordinata. Lo provano, in questa medesima sala, due altre minori opere del Quadrelli, un orologio in marmo roseo del Duomo ed un candelabro d'argento, di squisita esecuzione entrambe, ma difettose dal lato della praticità. Nell'uno, infatti, i ca|)elli della vezzosa figura femminile così voluttuosamente atteggiata nascondono una parte del quadrante; in quanto poi all'altro, non riuscirebbe facile il sollevarlo e tenerlo con sicuro equilibrio, qualora fos.se completato dalle candele. Un'altra prova che non basta neppure essere uno dei più vigorosi ed originali artisti che possegga oggidì l' Italia per potersi consacrare con successo sicuro al- l'arte decorativa, la quale richiede doti, più modeste forse, ma affatto speciali, ce la dà la piccola sala veneta allestita da Pietro Fragiacomo. Se abbastanza felice era il concetto di chiedere i motivi decorativi] di essa ai pennoni, alle antenne, alle sfere a traforo ed alle orifiamme delle antiche galee, ricordanti le gloriose tradizioni marinare della città delle lagune, l'effettuazione è riuscita gretta e grossolana nelle sagome delle mensole, dei pilastri e di tutte le parti in rilievo e sgradev(ilmente stonate nel rapporto delle tinte, specie sul fregio a riporti di velluto d'un rosso porpora stridente, contornato d'oro sur un fondo di seta d'un color verde tenero. r. Una parola di lode in questa sala così male riuscita, meritano però la cassa- panca in legno, assai finamente scolpita dal (;a(lnrin. e le due jiortiere eseguite dalla Casa Rubelli. PlEOISI.^LLO IN LEONO INTAOLI.\TO, ESEOUl- TO D.M.LA CASA DU- CROT 1)1 PALERMO. Tra il vecchio e il nuovo 45 In quanto alla seconda e ma.ififiorc sala veneta, che la levata di scudi di un gruppo di pittori ha mutata in sala internazionale del ri- tratto, nessun' idea di omogeneità concettiva sembra che vi abbia presieduto, perchè vi si trova, senza alcuna ragione di utilità pratica o di accordo tra un elemento e l'altro, una fon- tanina in marmo e bronzo del Lorenzetti, un in- comodo sedile a mezzo cerchio in legno scol- pito ed una colossale, massiccia e goffa cat- tedra in terracotta e galvanoplastica, dentro cui a nessuno può venire la melanconica idea di sedersi. In quanto poi alla larga fascia in ceramica castellana, eseguita dalla Casa Gre- gorj di Treviso su cartoni di Cesare Laurent!, se merita di essere elogiata come esecuzione tecnica e per la composizione nobilmente ele- gante, che fa sfilare dinanzi ai nostri occhi, distribuendole ed aggruppandole con sagace accorgimento, parecchie delle figure più ti- piche create dai maggiori maestri italiani del pennello, essa però non appare di sicuro a suo posto nell'interno di una galleria di quadri, tanto più che, per mancanza di un po' d' in- clinazione in avanti, la luce ne accende di con- tinuo i riflessi aurei che vi abbondano. \N I I iNK II K'OLOUIO IN LKUNO E BRONZO, ESEGUITO DALLA CASA DUCROT DI PALERMO. Arrivo alfine alle due sezioni, la piemon- tese e la meridionale, che, evitando le intem- peranze rettoriche di una decorazione ecces- sivamente sovrabbondante e pomposa, hanno saputo ottenere un complesso decoroso, armonico e pratico di bene intesa modernità. Basta entrare, infatti, nella sala del Piemonte, ideata da Giacomo Grosso, per persuadersi subito che nulla, nella sobrietà elegante e quieta di essa, la quale po- trebbe giudicarsi anche un po' troppo grave, se tale carattere di gravità non rispondesse all'indole austera di quella settentrionale gente italica, può disturbare l'effetto che sui visitatori debbono produrre le opere esposte. Le pareti sono tese di una stoffa in velluto di un grigio di piombo, con su impresse in oro ghirlande di lauro, congiunte da un nastro coi nomi dei più illustri artisti piemontesi d'ogni secolo. Con tale addobbo si accordano assai bene i bassirilievi in gesso bronzato delle due porte, simbolizzanti l'uno la pace e l'altro la guerra, che il giovane scul- tore Alcoati ha eseguito con vero gusto decorativo, pure addimostrandosi fin troppo influenzato dai modelli alemanni, il fregio del soffitto, disegnato dal pittore Sme- riglia, nonché i due divani, il piedistallo della statuetta equestre del (>alandra, lo zoccolo che gira intorno intorno e l'armadio centrale, clic contiene un grazioso I L'arti- iiioinìidlc a l'ciicziu nel I'>(I3 uroloirio a pendolo del Kiil)ino ed alcuni vasi e piatti in argento. eseL,'uiti dai Musy su disei;ni di Giortjio Cera- frioli. mm |iri\i di preL;io ma in eui appare l'iniila/inne dei viennesi Klink(;cii e \\ aj^ner. Peccato che tutta la parte in legno di c]uesta sala sia troppo rozzamente scol- pita e loiorita in nero I In i|uaiitii alle due sale ilei Mi //. iginnin, puri' scor- gendovi più di un difetto e piìi di una deficienza, a me sembra che esse, non soltanto rispondano, sia anche mercè un abile sotterfugio, come non a torto è stato osservato, più di tutte le altre al progrannna del comitato direttivo veneziano, non soltanto uniscano la bellezza e la signo- rilità allo scojjo pratico a cui sono destinate, ma presen- tino un esempio oltremodo lodevole di accordo completo e sagace di varie industrie e di varie manifatture, alcune siciliane ed alcune na|)oletane. per ottenere un unico scopo in una complessiva manifestazione di arte applicata, come, d'altra parti', attestino che si può fare onera ardita ed AN ln\M 1 .,() : suo- • ,,• ,■ , ■ ■ ,•■,•,, uxAAA) IN HRONzo. nitelligente di modernità, mantenendosi tctkli allo spinto della razza, ma senza isterilirsi lull' imitazione gretta e pcdisset|ua degli antichi stili. La commissione incaricata di ordinare la sc/iimc nieridinnak' decise assai ac- cortamente di dividerla in ilue sale. I.'una. |iiù vasta e molto giocondamente leg- giadra nell'inquadratura lignea e nella stoffa serica di un giallino aureo, è destinata ad accogliere tele, marmi e bronzi, i quali, mentre sono posti in piena evidenza e si presentano in tutto il particolare loro valore, giovano all'effetto generale della decorazione, completata sul soffitto da un fregio di seta tessuto su un grazioso motivo di frutta e di foglie, itieato dal Tesorone. ma che sta troppo in alto per poter essere apprezzato siccome merita. L'unica superfluità di questa sala è un di- vano che trovasi in un angolo, tanto più che. se i rilievi floreali che l'adornano ne sono delicatamente scolpiti e si' piacevole riesce all'occhio il pannello sotto vernice Martin, disegnato e colorito da (iiuscjipe Enea. esso, preso tutt'assieme. appare alquanto squilibrato di proporzioni e presenta una nota sgradevole nel con- trasto del rosso del mogano con lo speciale tono di verde ilella pelle che lo ricovre. Ancora più interessante e caratteristica è la sala minore, nella quale dalle por- tiere al tappeto bellissimo, dalle cornici, in cui sono rinchiusi i preziosi disegni ed acquerelli di Gigante, di Morelli e eli (uniito. ai iiieilisialli in legno, su cui pog- giano busti e statuette di Gemito e di Amendola, dai pannelli di maiolica di vivace colorazione alle cortine delicatamente dipinte della finestra che guarda sul giardino, dalla stoffa in seta di cui sono ricoverte le pareti ai mobili svariati di così elegante leggiadria nelle sagome, nei leggieri rilievi e nelle discrete dorature, tutto contri- buisce a dare l'impressione di confortevole signorilità d'un salotto, in cui con com- piacenza si attarda la contemplazione estetica di un aristocratico amatore d'arte. Certamente anche in questa sala vi è da osservare qualcosa di eccessivo e qualcosa di manchevole e non tutto nella sua costruzione in legno scolpito riesce Tra il vecdìio e il //uovo 47 di mio gusto. Così, ad esempio, sono troppi i mobili ciie vi si trovano e ciie sono andati aumentando di settimana in settimana, ingombrandola eccessivamente e mi- nacciando di cambiarne il carattere, tanto più che talvolta ve ne sono due e fin tre che servono ad un medesimo scopo per cui uno sarebbe più che sufficiente, tanto più che ve ne è qualcuno la cui presenza non si spiega in quel posto, tanto più che ne è stato introdotto qualche altro che non possiede la bella, sobria ed equilibrata snellezza, che costituisce il principal merito della maggior parte di essi. Così il ramo fiorito in ferro battuto, che sta in alto della porta che mette in co- municazione le due sale meridionali, non basta che sia bello, ma deve giustificare la sua presenza sostenendo qualche cortinaggio. Così inutili, anche come ornamento perchè posti contro luce, sono i due pannelli in maiolica ai lati della finestra, tanto inferiori come colore e come disegno, a quello di garbata vaghezza al centro delia cornice che contiene alcuni disegni di Gemito. Così nel mezzo di questo salottino si sente la mancanza di una metallica lampada a sospensione e si ripensa, con desiderio vivo, a qualcuna di quelle che il palermitano Caraffa aveva esposte l'anno passato a Torino, dopo averle eseguite su disegni del Basile. Così a me non piace che i pilastri in legno, tanto finemente scolpiti in alto, terminino in basso a mo' di ruvide palafitte, pur comprendendo che con ciò si sia voluto dare uni più precisa ed intensa impressione di solidità costruttiva. Ma questi particolari assai poco tolgono alla bellezza ed alla praticità del com- plesso, ed il Mezzogiorno può andare a buon diritto orgoglioso di questa sua bella vittoria nel campo dell'arte decorativa, per quanto dai bigotti della tradizione venga ferocemente oppugnata e discussa. Di essa, ad onore del vero, il merito, qui a Venezia come già nello scorso anno a Torino, va attribuito principalmente ad Ernesto Basile, in cui lo stil nuovo possiede in Italia il più sagace, ardimentoso e geniale rappresentante, e subito dopo a Vittorio Ducrot, il fedele ed intelligente interprete di ciò che. nell'assiduo fervore della sua immaginazione inven- tiva, il Basile crea e ra|)idamente ma sicuramente schizza sulla carta. Non bisogna però dimenticare i loro cooperatori, che, con tanto vivo entusiasmo e con così completo disinte- resse, hanno lavorato per più mesi alla buona riuscita della decorazione delle due sale del {Mezzogiorno. No- minerò dunque, fra i siciliani, Ettore de Maria-Bergler. il quale ha. con raffinato buon gusto, dipinto i due pannelli interni tli una ricca scrivania, che ha avuto l'onore grande di essere la prima opera d'arte decorativa, che sia en- trata nella Gallc/ia d'a/ic i/iodeina di Roma; Antonio Ugo. che ha plasmato, con squisita grazia di modella- tore sapiente, le figurine bronzee che adornano detta scrivania, nonché due seducenti nudini per un orologio e per una lampada da notte, e, fra i napoletani. Giovanni Tesorone ed i due giovani suoi collaboratori della Fi(>3 rassoiiiij^liaii'i. il (^ifaricllo si i' sioi/ato d'intniuliTla noi suo .t^Tiippo in bronzo Exoriare ali'jiils. ciie da princi|)io s'intitolava jiiii sinipiiceincnte e più efficace- mente / ilissiraziati e che rappresenta un uomo ed una donna del popolo, i quali trasportano, su tl'una barrila improvvisata, il cadavere del loro fijriiuolo giovanetto, vittima del lavoro : ma. per c|uanto patetica sia la scena da lui ideata e per quanto grande sia l'efficacia con cui sono ])lasmate le tre figure, di ini biUissiina è quella riI.IPI'O CIF.VRIELI.O : B.\KOM, MAk'lXCOl.A (IIKU.N/Dl. dell'adolescente morto, l'effetto voluto è a metà mancato per le ilimensioiii minu- scole del gruppo, che ne fanno quasi un grazioso oggetto da salotto e che rivelano essere stato da principio eseguito in biscuit. Trovare le dimensioni adatte all'opera concepita: ecco una ricerca che i pittori e gli scultori non dovrebbero trascurare mai, perchè da essa dipende molto di sovente il successo. Il Cifariello medesimo se ne mostra persuaso, presentando, a parecchi anni di distanza, in formato terzino, la sua Settembrina, che io rammento aver vista grande al vero. Di tendenze realistiche si appalesa altresì Clemente Origo. ma con una spic- cata visione pittorica, naturale in chi prima della stecca ha maneggiati i pennelli. Il suo Porta-spese, caratteristica scena dei costumi tlella campagna romana, e trat- Marmi, bronzi e (fessi 59 tato con brio e con abbastanza vigore, ma ha il diictto di riprodurre, in alcuni particolari, troppo meccanicamente il vero, mentre in qualche altro particolare, come, ad esempio, negli agnelli sul carretto, la fattura è piuttosto d'un impressio- nismo sommario. Veristi a visione pittorica possono definirsi anche l'emiliano Giuseppe Graziosi, FlLIPl'O CIF,\KIELLO : ONORATO CARLAN'DI (BRONZO) con le tre leggiadrissime sue statuettine bronzee, Tra alitici. Saccheggio e L'au- toma, il milanese Rembrandt Bugatti. coi suoi minuscoli cani e cavalli, in cui troppo prepotente rivelasi l'influenza del Troubetzkoy, ed il bergamasco Antonio Carminati, che. oltre a un pregevole gruppo di carattere decorativo Rcsiirrexif. il quale però richiederebbe un ambiente assai più vasto della sala lombarda per essere ben giu- dicato nel suo colossale aspetto monumentale, ha inviato a Venezia una piacente figura di formosa signora in veste da ballo. Pur mantenendosi ligio al vero e pur compiacendosi di ritrarre la figura umana ^0 l.'iirlc iiìomlialc a Venezia mi l')()3 con analitica minuzia, i'ictro Canonica, non soltanto ritiif,',t,'c dalla vigoria alquanto brutale del Cifariello. ma ama le pose <,'raziosc e levijfa e patina e carezza il marmo e cesella il bronzo fino a cadere jiiti di una volta nel lezioso. Il complesso delle opere esposte da Ini a \'cnezia e ili uran lun'^^a inferiore a i|uelln di due anni fa. lll.U'l'U CUAKILLLO : Si; 1 1 l..\niKI.\A (^BRONZO). in cui emergeva il busto bi'llissimo del \'allauri. Hsse. eccezion fatta per una deli- cata ed espressiva mezza-fi<,'ura di bimba, |)restano il fianco a più di una censura, anche, come è il caso pel bassorilievo in marmo Aninic picfranti, dal lato tecnico e fanno quasi sospettare che il valoroso scultore torinese, stretto dalle molteplici ordinazioni, non lavori più con la ponderazione e la scrupolosità degli anni scorsi. Ma a riconciliarci con lui. clic nella sala del Piemonte ci appare inferiore a se me- desimo od almeno non rispondente al nostro vivo desiderio di vederlo sempre in progresso, varrà, usciti che saremo nel giartlino dell'esjxisizione, il bronzo, in cui CLEMENTE ORIGO : IL PORTA-SPESE - 1. - i liUu.NZOl. CLEMENTE ORIGO : IL PORTA-SPESE - II. - (BRONZO). L'arte iiioiiiliiilc a Wiicziii nel l'H)3 IISF.HFE GRAZIOSI; FRA AMICI (BRONZO'. un'anima squisita di poeta senti- mentale, che ne fece uno studio- so delia grazia m u 1 i e h r e n v i corpi snelli, mi volti melanconici e nL'jj;li atteggia- menti laniruidi. così come api^are dalle sue teste e dalle sue statuet- te terzine in bron- zo, in argento ed in terracotta di un' eleganza un po' anglicamente preziosa, ma at- traente. 11 sc- egli ha eil'igiato, con l'ara bra- vura, la persona stanca ed il volto pensoso di Riccardo Selvatico. Affine al (>an(jniea si atl- (limostra stavolta il naj^olctano Edoardo Rossi per l'amore con cui ha riprodotto nel marmo la delicata struttura, la leviga- tura tlell'epidermide e la mor- bidezza delle carni di un collo e di un volto muliebri di gio- vanile gentilezza. Tre altri innaiiinrati della bella femminile shiki da men- zionare eiiii partii'olare Inde in questa (.juinta esposizione veneziana, cioè Giovanni Bat- tista Amendola. Giuseppe Ro- magnoli e Luigi Secclii. d'in- dole e di tendenze assai di- verse l'uno dall'altro, il |)rimo, ucciso dalla tisi nel maggior vigore degli anni e i.|uando la gloria incomincia\a a sorrider- gli ])iìi lusinghiera, jiossedeva -.It'SEI'Pf: GRAIZOSl: I,.\L'rOSIA lURON/O;. Mar/Ili. bronzi e gessi 63 concio, che è un ricercatore e che passa con successo da un tentativo ad un altro, si è presentato quest'anno con un busto in marmo, scolpito con nervosa franchezza, e con la genuflessa figura in bronzo di una donna, che stringe al seno il suo pargo- letto, la quale, se non raggiunge la grandiosità simbolica promessa dal titolo Terra ANTONIO CARMINATI : IN ABITO DA BALLO (BRONZO) mater, possiede però pregi non comuni sia d'espressione psicologica, sia di nobiltà di linea scultorea. Il terzo poi. in due piccoli nudi, l'uno di donna, Sogni candidi, e l'altro di fanciullo, Ocarina, sfoggia tale virtuosità da riuscire quasi a renderci gradito un genere per sé medesimo antipaticamente mercantile e di cui, per un certo tempo, un gruppo di scultori milanesi aveva abusato. In quanto a Domenico Trentacoste, che ci eravamo abituati a considerare come il più squisito glorificatore della leggiadria, della grazia e della gioventìi femminile (>4 L'ili tv mondiale a Vciìizia mi l'>l)3 che ai giorni nostri possciiesso l'Italia, i.yli ha axiitd la forza mirabili' tli rinnovare l'ispirazione dell'arte sua, proprio nei momento che pareva stesse lì Ti per trascen- dere nel manierato. ()uesta evoluzione del suo talento, rivelatasi, due anni fa, con una testa di vecchio e con quella co.sì caratteristica figura di Ciccaiuolo, apparen- tata al verismo odierno del belga Constantin Meunier. si è riaffermata c|uest' anno IMI iko 1 .\.\(i\i(,.\ ; K'iik'AiKi 1)1 i;.\Mi;i\ii ,mak,\u> con due statue di bronzo, (Àiiiia ed // Sniiinulnic. di austera concezione, di nobile linea e di modellatura magistralmente sapiente. A queste due recenti statue dello scultore siciliano non mancano di certo qualità di espressione, che nel (Jainn è drammatica e nel Seminatore è di una serenità ieratica che assurge al simbolo, ma entrambe, bisogna pur dirlo, valgono sopra tutto per pregi plastici e rispondono ad una visione estetica d'idealismo classico, che le fa parlare assai meno intensa- mente del Ciccaiuolo al nostro spirito moderno. Il Trentacostc ha esposto altresì due targhette, l'una in gesso, col ritratto di Marini, bronzi e gessi 65 Emma Gramatica, e l'altra in bronzo, col ritratto di Pompeo Moimcnti, che meri- tano di essere considerati squisiti modelli ilella rinnovata arte della medaglia, la quale ha finora in lui e nel Bistolfi i due migliori campioni italiani. Un altro artista che potrebbe provarsi in essa con buona speranza di successo parmi sia il ligure Edoardo de Albertis, il quale, nella composizione decorativa // monile, mostra di saper trattare, con delicata gentilezza e con disinvoltura suffi- ciente, benché ancora un po' scorretta di disegno, il bassorilievo, mentre al contrario PIETRO canonica: busto di RICCARDO SELVATICO (BRONZO). il Marsili si appalesa gretto ed impacciato nella targhetta vigncttistica, che egli ha intitolata Lezione non gradita. Poiché mi trovo a discorrere ili opere per le quali è indispensabile quel parti- colare senso della decorazione, che deve essere molto meno frequente di c|uanto si creda se artisti sommi ne sono affatto sprovvisti, debbo dire che è con vivo com- piacimento che, già da qualche anno, io vo osservando in vari nostri scultori la tendenza sempre più spiccata di sviluppare nei loro lavori l'aspetto decorativo e ciò in ispecie nei ritratti a mezza-figura, che acquistano in tal maniera la magni- 66 L'arie nioiìiliiilc n ['ciir^.in nel /'HIJ loqueiite setluzioiie eli contcìnii e di i')amiC!,'L;iann.'iiti, in riii a]iparvcro maestri insu- peraliili il Bernini e j^li altri seiccntisti italiani. Tale lodevole tendenza si appalesa in modo spiccato, ncU'attuale es|iosizione. oltre che ne! busto delia F^e^ina Martjlierita di (Canonica iil in (|iielln tic! Ret^yente GIOVANNI BAniSTA AMIADOI.A: VK\|;KE. di Baviera di Ciiarieilo, in due altre opere assai prej^evoli : i'una è il ritratto delia Principessa Galatro-Coionna, eseguito, con isquisita morbidezza di plastica carezze- vole, da Francesco Jerace, che è rimasto invece troppo inferiore alla sua fama sia nella banale allegoria irredenta, masciierata sotto il titolo anodino di Lotta, sia nei duro ed inespressivo ritratto in bronzo di Giosuè Carducci, reso più uggioso da un' antipatica patina clorata : l'altro è il ritratto del (Cardinale Celesia, Arcivescovo di Palermo, con cui il giovane siciliano Antonio Ugo ha dimostrato, non soltanto Marmi, bronzi e pessi 67 di possedere una non comune eccellenza di plasmatore largo, vigoroso e sicuro, ma anche di sapere, come pochi saprebbero, fissare nel marmo tanto la rassomi- glianza fisica quanto l'espressione morale di una nobile e benigna figura di vecchio prelato. Specialmente per snellezza ed eleganza decorative si raccomanda, in un altro genere, il leggiadrissimo bozzetto di statua equestre, // Conquistatore, che Daniele Calandra dovrà eseguire per la villa di un ricco signore piemontese ed in cui si GIOVANNI BATTISTA AMENDOLA : ADA. scovre assai di leggieri la parentela estetica con alcune delle figure che adornano la base del monumento torinese al Principe Amedeo, che è uno dei pochissimi monumenti sorti in Italia nell'ultimo trentennio su cui l'occhio si posi con ammi- rativo piacere e che non susciti nell'animo di chi guarda feroci desideri iconoclastici. Due altri saggi di scoltura monumentale ci presentano Alessandro Lazzerini con un macchinoso, confuso ed accademico gruppo in gesso, Verso la Gloria, e Felice Bialetti. col gruppo di due figure maschili, che, già a metà avvolte nel su- dario, dannosi un supremo bacio fraterno, il quale, se nella concezione rivela troppo immediata l'influenza del francese Bartholomé, si raccomanda però per solide qua- lità di fattura. 68 L'urte lìioiuliiilc II l'cnciia mi l'iOJ E\\i\CO KOSSI: MARMA (MAimo). Una grande robustez/a eli tecnica troviamo altresì nel Farinata ilci^ti Ul)crti di Carlo Fontana, il quale è riuscito ad es|irimere, con irrande etticacia di scal- l)ello, l'attegt^ianiento dell'eroe tlantcsco descritto nei due famosi versi : Kd ci s'ergea col petto e con la fronte Come avesse l'Inferno in gran dispetto, Marmi, bronzi e gessi 69 ROMAGNOLI UlUSliPl'i; : BUSIO DI DONNA (MAKMOj. ma Ila avuto il torto di attribuire ai fiero capo-parte yliiiieiiino una faccia ciie iia tutte le stimmate del delinquente-nato. A ricerche di forma limitansi Annibale de Lotto, coU'ignuda figura dei fanciullo di l^iirc linfe, a cui però non si saprebbe negare che sia modellata con bravura non comune, Urbano Nono, con Lotta e Tatuaggio, ed i parecchi che, da (Qua- drelli a Broggi, da Campagnoli a I-'anioreUi, da De Luca a Marino, da Bisi a Lorenzetti, hanno presentati busti e teste in marmo ed in bronzo, plasmati con più 70 l'urte inoiidiiilc a VciHzia nel l 'tO.ì o mono aliilità, con jiiìi o iiilmio .i,frazia. con jiiìi o meno amore del \ero. ma clie niin riescono a fermare a lunLjd ralteii/inne ilei nostri occhi [ler t|uella deficienza di pensiero o di sentimento, di cui ho parlato ai principio di questo capitolo. ROMAGNOLI GIUSEI'I'L : ilKKA MATKK (liRON'ZO). A rendere completo appieno l'esame delle oi)ere italiane di scoltura non mi rimane che segnalare una piccola statua di Sterratore del fiorentino Gemii^nani, due grupiii in bronzo, l'uno di sofjgetto mitologico, Nel mondo delle favole, del livor- nese Guerrazzi e l'altro d'ispirazione patetica. Lutto, del triestino Mayer ed un leone ed una leonessa del milanese Vedani. modeste opere giovanili, le tiuali fanno 72 l'arte mondiale a Venezia nel 1903 assai bene sperare dei loro autori; riconoscere che le tre statue tiella ^ala tki ri- fiutati giustificano purtroppo ampiamente la severità dell'internazionale giurìa d'ac- cftta/iono. anche se si è dovuta rivoJi'cre contro artisti clrl valore ili Rivalt;i. Bialrtti LUKiI StCCHI : OCAKINA (MARMO). e I.a Spina; e menzionare il ritratto in bronzo di così ufficiale e corretta insignifi- canza, che il senatore Giulio Monteverde ha fatto del senatore Giuseppe Verdi, guardando il quale non possiamo astenerci dal ripensare, con vivo desiderio, al busto che del glorioso autore del Rivoletto fece, non ancora ventenne, Vincenzo Gemito. DOMENICO TRENTACOSTE: CAINO. (D.\L MODELLO IN CRETA). e s oi > ■* tu -y O d S z :± O — S 5 Alaniìi, bronzi e gessi 75 Tra g\\ scultori stranieri, anche quest'anno, il gruppo più numeroso e più in- teressante è quello dei belgi. A capo di essi troviamo quel geniale ed originalissimo artista che è Constantin FRANCESCO JERACE : LA PRINCIPESSA DI GALATRO-COLONNA (MARMO). Mounier, con una stupenda statuetta terzina in bronzo, Scaricatore, in cui, ancora una volta, egli ha fatto, con nervosa efficacia di plastica espressiva, l'artistica glo- rificazione degli umili ed innominati eroi dei lavoro. Accanto al Meunier bisogna nominare l'altro illustre rinnovatore della scoltura belga, Charles Van iler Stappen. Pure dmiostrandosi assai meno personale, egli ci attrae però seni|-)re per la grande 7i) L'arte iiioinlidlc ti Wiiczia nel l')(>3 varietà dcll'is|iirazionc. beiicliì' non schiva del tinto da estranee intlnenze, eiie lo yiiida nelle sue opere, in eui ora c'interessa |ier la plastica sa|iiente. come nella ANTOMU Li.D: II. (JAUDIXAI.K Cll.HSI A. Ak'CI\I.S(.:()\"(i 1)1 l'Al.linill IMAkMl Donna, che richiama alla niente le ii,i;ure cosi vibranti di vita di Rodin. r)ra per l'intensità espressiva, come ncW'Uonio ilei dolori, che ci ricorda invece lo stranis- simo scultore polacco Boleslas Biegas, ed ora. come nella Lcgfrenda d'Orfeo, pel fervore dell'immaginazione e per una singolare grazia decorativa. DAVIDE CALANDRA; IL CONQUISTATORE. (GESSO). 678 L'arie inoiidialc ii \'cìic?:ia nel 1903 Se a W'iicz'a manca t|uest'aiin() l'esulierante fiamniiiii^o che è Jcf I ami eaiix. vi ritroviamo in com|-)enso (lue anticiie e ^raiiite conoscenze in (ìnillaume (Jlarlier, CHARLES VA\ DKK STAI'l'l N : LA LKGCKNDA D'oRI-KO. che, nel j^iuppo di tre ii<,'iire femminili granili al vero. Dolore materno, ci offre una nota oltremodo delicata di sentimento, ed in Pierre Braecke, un altro artista che ama piegarsi, con caritatevole spirito di fraternità, sull'esistenza di lavoro penoso, di privazioni fisiche e di angoscie morali dei proletari per poi ritrarla nella creta, Marmi, bronzi e gessi con austera semplicità di atteggiamenti e con franca rudezza di fattura, così come stavolta ha fatto con il melanconico gnippo di un operaio disoccupato, la cui grossa GUILLAUME CILVKLILK : UULOKE ALMEKXU. mano incallita carezza le spalle della bimba, che, stretta ad una sua gamba, piani;a per fame. Un' ispirazione assai somigliante nella soave solidarietà umana, ma con un ca- rattere meno aneddotico e meno rigidamente realistico, si rivela in un gruppo mo- numentale. Ai nostri morti, di un' efficacia accorta di aggruppamento, di una no- so L'urie iiìondialc a Vciiczia nel Ì903 biltà semplice d'ideazione e di un' intensità commovente di sentimento, die ne fanno una delle opere più originali e più impressionanti dell'attuale mostra : ne è autore riKRRi: BRAECKE : SENZA LAVORO (GESSO). un ventinovenne pittore e scultore di Gand, Juics van Biesbroeck, che gode larga e meritata fama così in Belgio come in Francia, dove, nei 1900, ottenne il grande diploma d'onore, ma cfie era, fino a due mesi fa. completamente sconosciuto in Italia, benché egli l'ami, vi abbia anche di recente dimorato a lungo e vi sia JULES VAN BIESBROECK: GRUPPO DEL MONUMENTO < Al NOSTRI MORTI ». VlCTOf-! ROUSSEAU : PUBERTÀ. (ALTORILIEVO IN GESSO). 84 L'ili U- iiioiiiliti'e a \'ciic:-.iii nel /'HfJ nato, jriacclic fu a Portici, pciso Napoli, die la sua uianuua In detti- allalucc. clu- rante un viaggio fhc ella iae èva. col marito, artista anelir lui. attraverso ilnostro paese. GEOROi; IKA.MPTO.\ : KllkAlIU Dì ALlKl.Dl) i:AST (iSKONZO). Un altro giovine scultore belga, che espone per la prima volta a Venezia, dopo essersi fatto conoscere ed apprezzare lo scorso anno dal nostro pubblico a Torino mercè alcune piccole opere di delicata arte decorativa, è Victor f-Jousseau Egli ha Ahiniìi. bronzi- e gessi 85 mandato tre opere assai diverse, le quali lo mostrano in possesso di ima tecnica abile e sicura, ma incerto tuttora fra i'una tendenza e l'altra, giacche dal gruppetto VICTOR ROUSSEAU : DEMETHER INGESSO). in bronzo Intimità d'una levigata freddezza classicizzante, lo vediamo passare ad una suggestiva figurazione mitologica, Demether, e ad un nervoso ma un po' vio- lento studio di risveglio di sensualità in una pubere. In quanto a Paul Du Bois. nome noto e simpatico anche in Italia, egli non ha y/: \ -^ 86 L'itrtc moiìdialc a Venezia mi l'>()3 ^^^ niaiulato che un Ic^^iadro ma poco ^^V siL^niticativo Inisto in niarnio tli Rn A , '*%^ i^dzza ed un'espressiva testa in bronzo eli Pensatore. La scoltura delle altre nazioni è rap|)resentata assai più scarsaniente : riiiL,fli'sc (la un mirabile ritratto, che (niirm' l'raiuptiin ha fatto del pittore Alfrctl Hast ; la tetlcsca da una fij^u- retta in bronzeo di Theodor voii Cjf)- sm. // r/(i//'///s/r/, di minuta e ik'licata fattiu-a ; la laissa da un ardito piccolo }4iup|)o in bronzo, // bacio, e da due caratteristici busti scolpiti direttamente \\v\ masso, che forma loro una ruvida cornice, da Thcresa Teodorowna Rics. una tlnnna trinifc^no \irile ; la rumena da line mercantili statuine di l'ritz Storck; runtjherese da una piccola ma prcLjevolissima collezione di medaglie V targhette di Phùlop Ò Beck e la francese, oltre che da alcuni bronzi. piiLLOP ci B1.CK: i.\KGiii,ri.\ IN BRONZO. marmi e gessi di Auguste Rodin. da line marmoree figure femminili di una gentilezza alquanto leziosa di Maurice Reymond de Brou- telles. da una mediocre Ma- schera (li vecchio di Jacques Maurice Froment, da una vol- garissima statua policroma e da un gruppo in bronzo do- rato, Amore materno d'Rmilc Boisseau d'un' uggiosa bana- lità da dcssus-de-penchile e, i> > infine, da parecchie targhette e medaglie in argento ed in bronzo di pi. etica invenzione e di morbida e squisita ese- ""■ cuzione d'Ovide Yenccssc. t col nome glorioso di Rodin che mi piace di chiù- ^..^^^^ dere queste note sulla scoltura ^ — " ' a Venezia. phllop ò beck: medaglia in bronzo. V 88 L'arte iiioikIìciIc a Venezia nel 1903 Sono cinque le opere esposte dal j^rande artista francese e, benché esse non abbiano l'eccezionale importanza estetica di quelle di due anni fa, presentano però tutte una spiccata nota di oriirinaiità. \"c una colossale ignuda e muscolosa figura AUGUSTE RODINl: LA MANO DI DIO (GESSOÌ. di Ugolino ciie procede carponi, la (|iial(' esprime in moilo magistrale il ik'.ifradare dell'uomo allo stato di bestia. Ve una /l'/(///o r// D/o, che acco^flie divinamente ospi- tale l'amplesso amoroso della prima coppia umana, di una squisita immatfinazione poetica nella sua bizzarria. Vi sono due irruppi ù'-àmvini'ì, Paolo e Franeesca ^i Amor fugit, in cui sono espressi, in forma plasticamente drammatica, jj;li ardori e le an- AUGUSTE RODIN: testa di minerva, (marmo). "'" L'iirtr mondiale a \'fiic?.iu nel l'iOJ goscie dilhi carne. \'i è, intinc. una testa di Minerva, elio un elmo tl'argento do- vrebbe completare, di tale pensierosa nobiltà d'espressione e di tale purità di pro- filo da imporre l'ammirazione anche ai meno disposti ad apprezzare il Rodili sic- come merita. Dinanzi a queste manifestazioni di un'arte superiore, intensa e suggestiva, clic si penetra un po' alia volta, ma di cui, compresa e gustata che si sia, non ci si stanca mai. noi sentiamo il soffio del genio creatore e la maggior parte delle altre ojiere di scoli ina che le circondano, per t|uanto abilinente e inizienlementc elabo- rate, ci a]ipaiono. d'un tratt(\ meschini' ed insignilieanti ! AUGLSii; KODli\: AMOK I-UGIT. (BRONZO). GIOVANNI COSTA : DONNE SULLA SPIAGGIA D ANZIO. IV. LA LOTTA TRA I MORTI ED I VIVL IL grande e meritato successo, ottenuto, nel ISMQ e nel 1901. dalle mostre retro- spettive di Giacomo Favretto e di Antonio Fontanesi, ha indotto il comitato direttivo veneziano a iare più larga parte nelle sale italiane dell'odierna espo- sizione agli artisti defunti, o che, colpiti da qualche malore che non perdona, pos- sono considerarsi come tali. Ha fatto bene il comitato o ha fatto male? 1 pareri sono stati discordi ed io ho udito esprimere il prò ed il contra su tale questione in modo assai reciso e con estrema vivacità verbale. Se si ripensa ai molti, che, acrobati agilissimi sulla corda tesa dell'opportunismo utilitario, piegansi a riconoscere la singolare valentia di uno scultore o di un pit- tore ribelle soltanto all'indomani della sua morte e che si giovano in ogni occa- sione dei morti per chiudere ai vivi la via verso il successo e verso la gloria, può sembrare anche opportuno e giusto il volere escludere totalmente dalle esposizioni artistiche le opere dei morti. Ma una simile misura appare odiosa subito che si ri- pensi invece a tutti coloro, i quali, poiché ogni fama riconosciuta fa loro ombra, pretenderebbero quasi che, ad evitare ogni pericolosa concorrenza, si facessero scom- parire le opere degli artisti morti da poco, mentre nel segreto del loro animo avido ed egoistico desidererebbero di fare nell'ordine morale ciò che fanno materialmente i selvaggi di alcune isole dell'Oceania, schiacciando, con un bene assestato colpo di clava, la testa di quei vecchi, i quali si ostinano a vivere oltre ad un certo li- mite di età. »)2 L'iirlr lìiomiiith a Vciio.ia nel I'>(I3 Al solilo, la viTJtà si trova lul nu//o. Se è utili.' i.-he in una mostra il'arte. accanto alla produzione recentissima, riappaiano, i^r ricordo, per ammonimento od anche soltanto per istruttivo termine di confronto, opere di un periodo antecedente. VINCENZO GKMITO : .AUTORITRATTO DISl-OXO .\ P.\STELLO). è però necessario che tali opere siano di |iarticolare eccellenza, tli caratteristica importanza e formino possibilmente un complesso, il quale o riveli al pubblico un artista non abbastanza conosciuto e non ancora uiustamente apprezzato, come fu jiroiirio il caso del Fontanesi. o di un artista presenti riunita tutta l'opera nelk- La lotta tra i morti ed i vivi "^3 varie e successive manifestazioni per ottenere su di essa un giudizio definitivo, come fu il caso del Favretto, o almeno richiami l'attenzione su di un aspetto in ispecial modo interessante e significativo della personalità estetica di esso, come fu il caso del Morelli e dei suoi quadri di soggetto biblico, (Jrbene ciò si avvera quest'anno soltanto per due napoletani ed anche per essi parzialmente: Vincenzo Gemito e Giacinto Gigante. Di Gemito, che bisogna purtroppo considerare morto per l'arte dacché è sva- nita ogni speranza di guarirlo dal terribile male cerebrale che da più di un decennio V. GEMITO : l'ARTIST.\ E L'N'A DONN.'V (DISEGNO A SEPIA). ne ha paralizzato il genio creativo, evvi a Venezia, oltre alle quattro mirabili opere di scoltura di cui ho parlato in un precedente capitolo, una scelta di sedici di quei disegni a penna, a matita, a sepia e talvolta leggermente colorati, che il grande artista amava schizzare, nelle ore di ozio, sul primo pezzo di carta capitatogli sotto mano, per se o per qualche amico. Dinanzi ad essi, che evocano ora il volto leg- giadro di una signora francese che egli amò ed ora la propria faccia dall'ampia fronte, dall'occhio vivace e dalia barba fluente, ora la testa grinzosa di un vecchio ed ora la snella persona di un ragazzetto del popolo, destinati ad essere da lui eternati nel bronzo, ora una donna matura e tarchiata, con un bimbo tra le braccia, ed ora una fanciulla seminuda di piacente acerba esilità, si rimane rapiti in una lunga e muta contemplazione, ammirando la vigorosa sicurezza del segno ed anche |iiìi l'esatto e profondo senso della realtà vivente. In quanto al Gigante, un pittore ignoto fuori tli Napoli ed anche a Najioli non apprezzato al suo giusto valore che da un piccolo gruppo tli artisti e di buongustai. 94 l.'itrlc iiioiidialv a \'ciu?.i(i mi ì')()3 egli fu. in tempi in cui in Italia sovraneggiava tirannica l'Accademia e non si com- prendeva altro paesaggio che quello convenzionale e scenografico d'invenzione, un novatore modesto ma sincero, giacché, così come i suoi amici della Scuola di l'o- si/ipo, tanto a lui inferiori in merito, dipinse sempre direttamente dal vero ed al- l'aria aperta, riuscendo, secnmlo ehhe a dire il Morelli, a ritrarre meglio di tutti quella festa di luce e di colori, che forma il carattere proprio delle campagne e OIACINIO gigante: una cena a POMPEI (ACQUERELLO). delle marine del .Mezzogiorno d'Italia. .Ma queste |)iccole dipinture ad acc|uerello di pianure, di colline, di spiagge di mare, di stratle di città, d'interrii di chiese o dì chiostri di conventi, intorno a cui il bonario e feconilo Don Cjiacinto. come tutti a Napoli familiarmente usarono chiamarlo finche non si spense settantunenne nel 1876, non lavorava quasi mai più di una giornata, non posseggono soltanto un in- teresse storico, rivelato dalle date — 1840, 1852, 18.ó7 — segnate in un angolo con inchiostro sbiadito, ma eziandio un genuino valore artistico, giocondatore delle pu- pille, per la spontaneità e la giustezza della visione del vero, per l'armonia delicata delle tinte e per una bravura tecnica difficilmente superabile anche dai più esperti acquerellisti dei tempi nostri. Degli altri dieci artisti italiani, i quali benché morti o com.pletamente perduti La lotta tra i morti ed i vivi 95 G. UIGA.ML; la CAl'l'Ll.LA DEL TESORO DI S. GENNARO (ACQUERELLO). per l'arte, come, ahimè I è il caso del povero Mosè Bianchi, fij^urano nella quinta esposizione veneziana, la presenza, a dire il vero, non è abbastanza giustificata. Forse si potrebbe fare ancora un' eccezione per Giovanni Costa, di cui due delle cinque tele esposte. Donne sulla spiaggia d'Anzio, dipinta nel 1852. e La ninfa del bosco, incominciata nella foresta di Fontaincbicau sotto gli occhi di Corot, sono fra le sue più magistralmente caratteristiche ed hanno il vantaggio di essere esposte, nella sala del Lazio, in mezzo a t|uailri. che con esse presentano una tal t)6 I.'aiif lìioiidialc a \'ciic--.iii nel l')U3 quale paientcla (.■stctica. |)erchè dipinti da artisti ciie del nobile vegliardo sono stati discepoli o compajfni di tendenze ed aspirazioni pittoriche. Ciò non pertanto, quanto più interessante e quanto più utile sarebbe stata, anche se si fosse dovuta ritardarla di due anni ancora, una mostra relativamente compieta, atta a farlo meglio cono- scere ed apprezzare I Molto gradevole riesce, senza diiiìhio. jiei nostri occhi l'attartlarsi sulla Iaiì^uiui in hiirrascd tli Mosé lìianchi d'una coinplessi\'a intoiia/inne .L,nÌL,na così s(|uisita- 0;OVAN\'l COST/\ : RlTK.MiO DIIIA iH.llA DlJ.l.' AK' 1 KS TA. jiiente argentina, su cui spiccano, va^hissinu' macchiette di c(jlori vivaci, le mir.u- scole figure di una folla di uomini e di donne, che contempla dalla riva le acque tempestose, o sulla piccola tela, nella c|uale Telemaco Signorini, trentatre anni fa. seppe esprimere, con tanta evocativa efficacia di pennello, la tristezza di una gior- nata di novembre sur una larga strada di campagna; gradevole riesce altresì il con- templare le graziose statuette femminili di Giovanni Battista Amendola, il delicato -acquerello di Vincenzo Cabianca. il vigoroso ed espressivo ritratto che del padre suo ha lasciato Cherubino Kirchmayer, i nervosi e sapienti disegni a penna di Do- menico Morelli ed in ispecie il tlelizioso suo bozzetto ad aci|uerello Gli amori defrli Fol, T. Filippi - W GIOVANNI COSTA: LA NINFA DKL BOSCO. La lotta tra i morti ed i vivi 99 angeli, eli così poetica concezione e di cosi raffinato sentimento di colore, ciie io non mi periterei di proclamare di ,i,nan lunga superiore al quadro dello stesso soggetto da lui dipinto ad olio. Questi però sono compiacimenti visivi ed intellet- tuali da riservarsi, a meno di casi eccezionali, ai visitatori delle gallerie d'arte mo- derna, mentre a quelli delle esposizioni periodiche dovrebbe in ispecial modo es- sere presentato, almeno per quanto riguarda il proprio paese, ciò che di meglio producono le arti pure e le arti applicate nel loro attuale sviluppo. Venendo poi a Scipione Vannutelli, a Giovanni Muzzioli ed a Luigi Serra, bisogna osservare che. se di essi trovansi a Venezia maggior numero di opere od opere ui 3li,.\Ulvl.\i: .\II\1..\1BRE. maggior mole, queste in maggior parte però non dimostransi tali che Taverle poste di nuovo sotto gli sguardi del pubblico possa giovare alla loro fama. Difatti, il pit- tore romano, se riesce ancora a guadagnarsi le nostre simpatie mercè la piacevo- lezza, la grazia del disegno e l'esattezza dell'osservazione di parecchie delle quaran- taquattro sue tavolette, in cui lo sentiamo in diretto contatto col vero, ci appare invece superficiale, artificioso e vuoto nei nove quadri di genere, che le accompa- gnano, benché uno di essi sia la riproduzione ridotta di una scena di chiestatici costumi romani. Le ammantate, che fu. ai suoi tempi, lodatissima. Difatti, il pittore modanese nel Baccanale ci si rivela come un semplice virtuoso della tavolozza per l'evidenza con cui raffigura sulla tela una scalea, un colonnato od un ba.sso- rilievo in marmo e nei tanto celebrati Funerali di Brittanico come un brillante rappresentante di quella particolare forma drammatica di quadro storico, che corri- spose in pittura all'arte teatrale di Pietro Cossa, con cui ebbe comune la fortuna 100 /,'(//•/,■ ilìolidiiilv a \\'iic>lu nel I'>tl3 rapida, clamorosa, ma passejrjriera. Difatti, il pittore boiotjnesc. se impone l'ammira- zione, sia anche senza vivificante calore di entusiasmo, con vari bozzetti di dipin- ture murali e di i|uadri. clic sono jiiccole meravif^lie tii abile composizione e il'iiii- peccabile diset^no minuzioso, cjuanto poco attraente si aj^iKilesa invece neirimic:; opera completa, / coronari di Roma, scrupolosamente esatta in oi,nii piìi piccolo |iarticolare ma arida, livida, muta di luce e j^riva di vita I Senza tlunque catlere nelle esatferazioni e nelle intemperanze di coloro, che. tro|i|io preoccupandosi dei loro interessi materiali e trascurando affatto yr interessi illeali dell'arte, vogliono ad oijni costo l'ostracismo dei morti, disposti probabil- DOMENICO morelli: OLI AMORI DKGLI AN'dtLl (ACyL'Kkl-:i.LO ). mente, ipialora l'ottenessero, a pretendere domani anche un limite d'età per coloro che espongono, io stimo che si farebbe bene se nelle future mostre di Venezia si ritor- nasse, senz'altro, al metodo che aveva già fatto cosi buona prova. Si riservi quindi nella sezione italiana - che per t|uella straniera il criterio dell'attualità non |)U() e non deve essere troppo assoluto una o due sale per far conoscere nel suo com- plesso l'opera di uno o di due artisti tlefunti di spiccata importanza e di tipica originalità e si lascino tutte le altre agli artisti viventi. iv da osservarsi però che, se il comitato veneziano, così accorto e così sagace nel conciliare le esigenze dell'arte cogli interessi peculiari della nobile impresa che esso dirige, si è deciso quest'anno a fare più larga parte all'elemento retro.spettivo, deve averlo fatto per essersi accorto della curiosità e del vivo interessamento del pubblico italiano per le esumazioni di opere, che ha udite spesso esaltare ma non ha vedute mai o che anche ha vedute in un passato più o meno remoto ma ri- corda assai vagamente e desidera di rivedere per accertarsi se ritroverà al loro *',\m 2 t 3 Z La lotta tra i morti cil i vivi 103 cospetto le antiche impressioni, lo penso quindi che sia giunto il tempo di fare in Itaha un'esposizione scelta ma abbastanza abbondante delle arti belle durante il secolo compiutosi or sono tre anni, così come si fece, con tanto buon risultato, per quelle francesi nel l'Hio a Parigi e parzialmente a Torino, nel 1892, soltanto DOMENICO MORELLI : ARABO CHE SL'ONA (DISEGNO A PENNA). per un cinquantennio della pittura e della scoltura del Piemonte ed a Milano, nel l'JUO. soltanto per la pittura lombarda. Anche noialtri aneliamo a fare il bilancio ar- tistico degli ultimi cento anni ed a giudicare di nuovo, con mente sgombra dalle simpatie, dall'antipatie e dalle mode estetiche scomparse coi tempi in cui regnarono. i pittori e gli scultori del nostro pae.se, dei quali alcuni vennero eccessivamente glorificati, mentre altri furono dimenticati troppo presto od a torto ed altri sono rimasti incompresi o mal compresi. Se Venezia, per mancanza di locali più vasti e sopra tutto par ragione di 104 L'ili le iiioiiJiiilf il Wiifzitì ini l'KIJ proiiiamnia, tlevc limitarsi a qiialclu' mostra retros|H'tti\a inclivicliiale. ehi vieta a Milano ili atrijiiiniiere alla ifrandiosa esposi/ione, che sta or^ani/zaiulo con tanto zelo e tanta passione pel 1')()d. una mostra eentennale. la quale ai molti stranieri che la visiteranno faeeia eonoseere etl apprezzare nel suo eonijilesso il secolo più recente e ad essi meno noto dell'arte nostra e la ipiale metta alfine in condizione la critica ed il pubblico di dare un i^iuilizio di revisione relativamente spassionato e sicuro sulla pittura e sulla scoltura italiana del s( colo decimnnnno. confermando, corretjsendo od annullando le lodi e le censuri' suscitate dalle opei'c al loro primo comparire ? DOMENICO MOKII.LI : 1 IC.l RINA DI DONNA | DISl-C.NO A Pt;NN'A). RITRATTI E RITRATTISTI. UN mio amico pittore, spirito colto, ariruto e sottile, ma non alieno dal para- dosso, il quale, durante lunghi e ripetuti viajrgi attraverso l'Europa, ha ap- preso a conoscere, come pochi conoscono, le opere piìi importanti del- l'arte dei giorni nostri, discorrendo con me tempo fa, protestava vivacemente contro la posizione privilegiata, che, nelle mostre attuali, si va facendo alla pittura d ritratti. Il paesaggio : ecco, egli mi diceva, la vera conquista gloriosa degli uomini, che, negli ultimi cent'anni, sonosi consacrati con passione all'evocativo lavoro dei pennelli, mentre il ritratto si è elevato nei secoli passati, con Tiziano, con Velasquez, ALBEKT BESNANU : KlTkATU) DI SIONOKA. lol, T lilippi - Vl-hu FRANI/ VON LENBACH: BIS.MAKCK. Fot. T. Filippi - Venezia. FRAN'Z VON LENBACH: S. A R. IL l'RINClPE REGGENTE DI BAXIERA. Riiraffi e ritrattisti 109 con Holbein, con Van Dyck e con dieci altri creatori di capiiavori. a tale grado tii eccellenza che il pensare, nonché a superarlo, a raggiungerlo soltanto sarebbe follia. Eppure i favori e gli onori che per giustizia sarebbero dovuti al paesaggio, si riservano iin'ccc oggidì tutti al ritratto. E ciò perchè? Perchè, jìcr un prcgiu- FRANZ VON LENBACH : WAGNER. dizio reazionario dil'iicilnientc sradicabile, si crede che il ritrarre i lineamenti tli una creatura umana sia molto più difficile e molto più nobile che il fissare sulla tela l'aspetto di una scena di cam|)agna, di montagna o di mare. Perchè per voialtri critici — l'indice dei terribile uomo si dirigeva accusatore verso di me cjuale a rappresentante della classe così accarezzata e così abborrita il ritratto si presta, assai meglio di ogni altro genere di pittura, alle più o meno brillanti Ilo L'urie nioiuliulc a V cinzia nel l'H)3 variazioni littnaiic. con cni aniatr di maschtrari,' la vostra ncijhittnsità intcik'ttiiak'. E, sopra tutto. |hi(.1k' la ^rancie maggioranza del nostro pubblico è affatto inetta a comprcntlcre ed a gustare un'opera d'arte semplicenientc e puramente per le sue doti intrinseche. PFTIK SEVEKI.N KR0V1;K : KITIMTTO 1)11. DJ SCH.WDOKI'II. Nelle parole del mio amico, sp(jgliantlole delle mordaci esagerazioni parados- sali, evvi di sicuro una parte di verità. Non bisogna però dinìenticare che un'espo- sizione non è fatta pei pochi ma pei molti e che, se essa non deve in alcun modo lusingare il cattivo gusto di c|uesti molti, non puù riiuineiare a quei particolari ri- R il rat lì e ritinti isti IH cliiami. che li possono avvicinare all'opera d'arte e {ormarne, un po' alia volta, l'educazione estetica. Orbene, l'uomo s'interessa e si è interessato sempre a se medesimo ed ai suoi simili assai più che ad ogni altra cosa di questo mondo e quindi un ritratto possiede per lui, anche senza tenere affatto conto del merito ar- ANDEKS ZOKN : KIl RATTO DELLA MOGLIE. tistico. un'attrattiva di curiosità od un fascino sentimentale. Se è, infatti, la pro- pria sembianza che ei,di vi ritrova, esso lusingherà od offenderà quell'amor proprio, soppannato di vanità, che ascondesi, in dose maggiore o minore, in fondo ad ogni animo umano; se raffigura un uomo o una donna celebre richiamerà l'attenzione 112 L'arie nioinlialr a l'rin.i/i/ nel l')l)3 dolla sua iiniitc : si' ù l'oftit,'if ili una [Kisuna cara jiaiiiTà U'iK'ramcnti.' al suo cuore : e su anelli' non |irosinta ihe rimaj^inc eli un iifnoto, esso potrà possedere per lui una speciale importanza tioeuiiientalc di epoca o di razza e, talvolta, nel viso e nell'atteiitjianiento, la seduzione surnorina dalle ampie maniche gialle e con un fiore azzmro-violaeeo d' orten.sia in mano, malgrado l'innegabile bravura con cui è dipinta, non mi appaga completamente, sia Riti-atti e ritrattisti JACUUFS l-.Mll.i; HL anche: BniBA CHE SI SVEGLIA. perchè l'espressione della figura è in gran parte sacrificata all'effetto cromatico, sia perchè tale effetto, nella ricercata violenza, riesce alquanto sgradevole alla pupilla. L'altra, invece, di una dama dall'abito scollato di raso bianco, che, assisa sur un divano verdognolo nella penombra di un elegante salottino si fa vento con un ven- taglio di trina nera, mi sembra opera di raffinata squisitezza e d'ingegnosa novità. Nei suoi tre grandi ritratti della Contessa di Noaitles, della Principessa di Ca- raman-Cliimay e della Signora Salvator, di una gamma di colore così sobria e pur così gentile e delicata nella gradazione delle sfumature, con prevalenza di turchino nel primo, con accordo di bianco e ro.sa nel secondo e di bianco e nero su fondo L'urte ìiioiidiiilc a Wiiczia nel l'KlS viidi.' oliva nel terzo, il Della Oaiulara iia saputo evocare, con ciriiale nervosa sapienza di pen- nello elejfante, tre tipi affatto diversi e pur sempre interessanti e caratteristici di donna mo- derna; l'intellettuale, la mondana e la voluttuosa. In quanto al lìoklini. se il Ritratto di Dotimi l'niiìca Florio, riconferma la maestria del pittore italo francese per la pastosità con cui è dipinto il volto e l'attacco del collo, cyli però vi si appa- k'sa |iÌLi di cjuaiito lo sia stato mai. k'zioso ul artificioso nella posa innaturale ed oltremodo contorta dello snello corpo. chiuso nella serica guaina del fastoso abito nero, fino a richiamare le fitfurette caricaturali di (^appiello. Parecchi altri sono i pittori stranieri le cui cffijri muliebri si addimostrano de.tjne di esser con- tem|)late con speciale ammirativa attenzione. Ricorderò tra essi il belga Fernand Khnopff per un minuscolo ritratto ad acquerello di si|ì,niora xistita tli viola, sug- gestivo di espressione ed aristo- craticamente fine come colora- zione : il francese Jean-Frangois Raffaelli per La damigella d'o- nore, una fanciulla tutta abbi- gliata tli bianco iKcaiito ad un cespuglio di margherite, accordo assai piacente ili toni bianchi u (.li toni grigi: i (Uu' tedeschi Angelo Jank ed Ernest Opjiler, il primo |icr una figura d'amazzone sui' uno sloniio di boschetto di pregevole e non comune t'iiicacia decorativa ed il secondo |kt un'espressiva figura di donna dal \olto melanconico e pensoso. a|)poggiata atl una balaustra e bizzarramente illuminata ila sotto in so|ira; lo scozzese (jcorge llenr\- per La collana di perle, pittura un po' piatta e porccllanea, ma presentante pur sempre i|uella grazia di disegno i' quella piacevolezza di colore che ca- ratterizzano l'odierna scuola della Scozia ; 1' inglese Arthur Hacker pel ritratto così anglicamente elegante di Mistrcss Fnniiptoii : ed infine il francese Eugene JOHN! r.wi K^■ : i-rima i^omi .\io.\e. { GIACOMO GROSSO: RITRATTO DELLA SIGNORA M. HUMMEL ZORN. tot. T. Filippi . Venezia. 128 L'arte nioiul itile a W'iirxid nel 1903 Carrière per la lesta lUlla sua lij^liuola, così iiohilmeiite poetica nella sua intensità espressiva. Confesso di avere invece assai scarsa sinijiaiia pt'i ritratti ieniminili clell'olan- dese Bisschop, dei tcdcsciii Hahrriiiann, \'uL,fel ed llerkunier. il i|uale ultinio però ha anche un sobrio e vigoroso ritratto virile, e so|iia tutto pel sgruppo ilella Si- ALESSANDRO MUI-Sl: RrrK'ATK) Dri.l.A MADKK DF.I. PITTORE. giiora Fcydcuii coi suoi bambini, cosi manierato e così fiacco d'esecuzione, del francese Carolus-Duran. Accanto ai pittori delhi lej^fgiadria nuiliebre bisogna mettere i pittori della j^razia infantile e fra costoro tre mi sembrano quest' anno dejfni di singoiar lode, cioè r inglese iMouat Loudan, con una delicata figura di fanciulletta che tiene in mano Ritratti e ritrattisti 129 un' arancia, lo scozzese Edward Arthur W'alton, con una bambina seduta su d'una seggiola in una posa semplice e spontanea, pittura solida ed onesta, ed in ispecie il francese Jacques Emile Bianche col ritratto del figliuolo di Maurice Barrès, ve- stito di velluto marrone, e con una Bimba che si sveglia in una poltrona dorata, dando agio al pittore di effettuare uno di quei gustosi accordi di azzurro tenero \ "\, T. Filippi - V^enezia. ALESSANDRO MlLESl : RITRATTO DEL SEN. PACIFICO CERESA. e di bianco argentino che egli predilige e che ritrovansi nella snella ed ambigua figuretta di Cherubino, esposta in un' altra sala, insieme con alcuni suoi eleganti studi di teste femminili. A completare l'elenco dei ritrattisti stranieri che figurano nell'attuale esposi- zione di Venezia è necessario menzionare vari altri nomi. Rammenterò adunque 130 L'arte moiiditilc a l'ciirzia nel Ì'H)3 fra Ljl' inyU'si il Furse, con una tela aU|uanti) sccnoi;rafica ma mm |)riva eli predio, cht' rappresenta il (ìriìeralc Xiiinir a eavallo, sei,aiito da una seorta di soldati in- diani dai .grossi turbanti russi, il Solonion, e(in un vigoroso ed espressivo ritratto del romanziere israelita /angwill, il Riehniond ed il Cope, coi ritratti, dipinti vari anni fa, di due chiari italiani, il pittore Giovanni Costa ed il Miindella, clic sedette LINO selvatico: kitkatio im nniA cramatica. nel Parlamento intflesc e vi si distinse, opere che ai non comune merito artistico accoppiano quindi un valore documentale. Rammenterò, fra gli scozzesi, il Lavery che, oltre ad un mediocre ritratto, ha mandato una figura un po' stecchita di co- municante, il cui abbitrliamento in raso e veli candidi è però dipinto con non comune abilità tecnica, ed il Broutrli. con l'efiiL^'ie. anch'essa niediocremente riu- Ritratti e ritrattisti 131 scita, di un maijistrato inglese sotto la tradizionale parrucca bianca. Rammenterò, tra i francesi, il Lévy Dhurmer, la cui arte sottile e preziosa mal si può giudicare dalla gioconda maschera a pastello del giornalista parigino Cornely e da una fi- gura abbastanza insignificante di donna olandese, il Veber, con un Ritratto di Anatole France nel suo studio, che, invece di darci l'impressione di vita vissuta Fot. T. Filippi LINO selvatico: ritratto della signora coletti. di quello così magistrale dipinto dal Kroyer, presenta l'autore genialmente arguto del Mannequin d'osier sotto un aspetto alquanto grottesco, ed il Dagnan-Bouvcret. con un ritratto di un convenzionalismo inso|)portabile del Gerónte in uniforme ac- cademica e con un fascio di luce che gli piove dall'alto sulla fronte e negli occhi. Rammenterò infine il bavarese Sautcr, con l'amabile gruppo di un nonno dalla 132 L'arte inomliulc a Vciic-'.'ui mi l'Kl.ì fluente iKirba liianca elio scherza eoii una hinncla sua ni|)olina. ed i due danesi Tuxen e Haniinerslifii. il primo eoii un ritratto tlipinto con franca semplicità ed il rot. T. Filippi - Venezia. LINO selvatico: capplcciìtto grigio. secondo con un vasto quadro raffigurante cinque uomini d'età matura, i quali, aggruppati attorno ad una tavola, al fioco lume di due candele, fumano la pipa e centellinano un bicchiere di liquore, quadro, che. se a prima vista dispiace per la Ritratti e ritrattisti 133 colorazione bituminosa e monotona e fa sorridere per l'ostentata grossolanità di posa dell'uomo calvo, che, sdraiato su due sedie, mostra al pubblico le enormi Fot. T. [-'ilippi - Venezia, GUGLIELMO TALAMIN'l: KITRAITO DELLA CONI. ROCCA MOCENIGO. suole chiodate dei suoi stivali, riesce poi a poco a poco a conquidere l'attenzione e l'ammirazione del rij^uardantc per l'efficacia espressiva davvero straordinaria e affatto diversa in otjnuna dì quelle cinque figure di gravi e compassati bevitori nordici. \M L'arte moinlidlc a \'tììt.<.iti mi /''(U E t^r italiani ? Nessuno invero dei troppo luimerosi ritratti presentati da essi possiedi' tali s|iieeate doti di evitleii/a |)lastiea e di penetrazione psicoloj^riea da é/ Fot. T lilippi - Vcnczi; IMIÌIRTO VERLDA ; KUKAiTO Dl.I. DOTT. T. poter reggere al paragone dei migliori ritratti stranieri : vari però sono opere coscienziose ed interessanti, degne di una sincera parola d'encomio. Del Boldini ho già parlato insieme cogli stranieri, poiché egli, a dire il vero. Ritratti e ritrattisti 135 pei spiccati caratteri delia sua pittura, può considerarsi più francese che italiano. Accanto a lui, benché ambedue d'indole molto diversa, sono da nominare, per la FELICE C.\STEGNARO : MI.\ MOGLIE. larga notorietà che godono in Italia come ritrattisti, Antonio Mancini, col Ritratto della Signora Tosclli, dalla testa modellata con efficace vigoria, ma al cui effetto o mplessivo nuoce non poco la fattura anche piìi bituminosa ed impiastricciata del ■i m um^r^^^^^i^m^i^' ^^^ GIULIO ARISTIDE SARTORIO: RITRATTO DELLA MOGLIE. Ritratti e ritrattisti 137 solito, e Giacomo Grosso, con un ifrandc ritratto della innovane e ioella Signora M. Hiuumel Zoni nel suo salotto, in cui egli sfoggia tutta la sua non comune bravura di pittore minuziosamente oggettivo, anche più che nella figura centrale, nei ricchi mobili che la circondano ed in un cagnolino, che è davvero mirabile per evidenza rappresentativa. NAPOLEONE PAKISANI: RITRAI IO DELLA SIGNORA ANGELI. Un altro pittore noto pei suoi ritratti ed assai pregiato nell'alta società toscana è Edoardo Celli, ma quelli che egli espone a Venezia sono troppo banalmente e direi cjuasi oleograficamente leziosi per giustificare i successi che vi ottiene. Fra i veneti, i due che in particolar modo si distinguono sono il fecondo Alessandro Milesi, il quale ha presentato non meno di sei ritratti, tutti assai somi- 138 L'arte nioinlialc a Vciicziti nel l')()3 irliaiiti r non sj^raili-vuli all'oi-cliin, ma di osservazimu- supiTtiriali' v ili [attura alquanto mollo e filamentosa, cLCotto quello di antiea data della propria madre, e ARTURO noci: mia MA[)RE. Lino Selvatico, il quale oltre ad una figura di bimba. Cappuccetto f^ri{rio, imitazione non migliorata di un'altra sua figura infantile, Cuffictta bianca, che piacque molto nel l'tOl. ha esposto i ilue ritratti deirattrice ///«r/ (ìraiiiatica e della Sis^iioia Co- Ritratti e ritrattisti 139 letti di <,rustosa colorazione scura e di ricercata espressione sentimentale, ma nei quali si intravede la tendenza perniciosa di cadere nel manierato e di crearsi ciò che in gergo di pittori chiamasi una cifra. Dei tre ritratti di Guglielmo Talamini, tutti pregevoli per tecnica oltremodo elaborata, io preferisco quello graziosissimo di bambina a quello teatralmente pomposo della Contessa Rocca Mocenigo ed all'altro del Dottor Keppler di troppo evidente imitazione ienbacchiana. In quanto ai due ritratti di Umberto Veruda, pur essendo pregevoli sotto più d'un punto di CAMILLO INNOCENli: RITRATTO DLLLA SIGNORA A. BESSO. vista, sono ben lungi dal pareggiare il Ritratto d'uno scultore, tanto ammirato due anni fa e che ora trovasi nella Galleria d'arte moderna a Venezia. Con lodevole spigliatezza, non priva di grazia, Felice Castegnaro ha dipinto il ritratto della propria moglie, benché la fattura non ne appaia egualmente sicura in ogni sua parte. I romani, meno vivaci dei veneti nel colore, si addimostrano in compenso più serrati e delicati nel disegno, come l'attestano i due ritratti femminili di elegante composizione e di minuta esecuzione di Giulio Aristide Sartorio e di Napoleone Parisani, quello robusto ed espressivo che di sua madre ha fatto Arturo Noci e L'ark- inoiuliulc a Wiic.zia nel l')()3 I I ol. T. Filippi - Venuz i;milio oola : ritkatìo a i'Asri;i.i,o. quello di Camillo Innocenti, esejfuito con pennellata più lar.ya e disinvolta e con maggior senso di nicdernità. Se, nella sala lombarda, le due piccole tele di Pompeo Mariani e di Ermene- gildo Agazzi, più che ritratti nel completo senso della jiarola. jiossono considerarsi studi di testa, come studi di figura in mezzo ad un lembo di campagna o ad un cantuccio di giardino invasi dal sole debbono consicierarsi le tele su cui Leonardo Ritratti e ritrattisti 141 Bazzaro ha dipinto sua moglie e Giorgio Beiloni la sua figiiuolctta, e se la figura femminile di Luigi Rossi non possiede che la piacevolezza superficiale di un vivace acquerello, 1 cinque ritratti di Emilio Gola, malgrado la scarsa consistenza del Fot. T. Filippi - Venezia EMILIO gola: KrrRATTO DI SIGNORA. disegno e malgrado clic la colorazione ne sia più d'una volta un po' sjiorca, meri- tano di essere osservati con maggiore attenzione, specie quello di una giovane e sorridente signora in mezzo alla luminosa gaiezza di un boschetto e l'altro a pa- stello che della donna voluta raffigurare non ci mostra alquanto bizzarramente che 142 L'arie mondiale a Venezia nel l'H)3 l'aurea capellatura, una striscia rosea di guancia, con l'oreccliio piccoletti!, ed il morbido candore del collo. Sono inoltre da rammentare, nella sala emiliana. Aui^justo Mussini, con l'ema- ciata testa della madre sul letto di morte di vij^orosa fattura nell'anj^osciosa sua espressione; nella sala piemontese, Luigi Bolongaro, uggiosamente minuzioso e pur non privo di merito, e Giacomo Balla, con un ritratto assai riuscito, malgrado un'applicazione ak|uanto elementare ed arbitraria della maccbiettatura divisionista, di un pittore accanto al suo ca\alletto sur un luminoso sfondo verde e turchino di cielo, di acqua e di alberi ; ed infine, nella sala toscana, Oiorgio Kiernerk, che, in un delicato pastello, ha fissato assai bene l'espressività drammatica del volto passionale d'Irma Gramatica, ed Oscar Gliiglia. il quale, con una mezza-figura di non bella e non molto giovane signora dal cappellino a larga falda di una sorda ma non sgradevole violenza cromatica e di una vigoria di disegno quasi rude ma molto efiicace, ci fa ripensare, nel suo viilmitario distk-gno della grazia, a t|ualclu- modello tedesco. In quanto ai vari ritratti della sala dei rifiutati, non sarei sincero se affermassi che, a pariM' mio, la giuria internazionale d'aiuinissione abbia fatto male a scartarli. (iUOLItl.MO TAL.\.\nM: KMIRAllOOl l',.\MI51.\.\. ANDREA TAVERMEK : GLI EFFIMERI. Fot. T. Filippi - \ enezia. I PITTORI DEL NORD D'ITALIA. L'X pittui'a italiana, benciiè possa vantare, anclie in questa quinta mostra vene- ^ ziana, varie opere per più riguardi altamente pregevoli, si appalesa, consi- derata nel suo complesso, di una mediocrità non sempre aurea e presenta un interesse di novità quasi nullo. Tra gli artisti di fama assodata, alcuni, come il Calderini, il Lojacono ed il Fattori, hanno mandato opere che sarebbe stato assai meglio pel loro buon nome che non fossero mai uscite dallo studio, o, come il Carcano, di antica data e delle quali il cattivo stato in cui sono ridotte rivela in modo evidente una trascuratezza tecnica oltremodo peccaminosa. Altri di essi, come è il caso del Tito e del Men- tessi, hanno presentato ripetizioni leggermente modificate o frammentarie di loro quadri molto noti od anche, come il Bezzi, il Fragiacomo ed il Campriani, parecchi paesaggi di un' identica ispirazione o di una comune intonazione cromatica. Tra i pittori più giovani poi è avvenuto che alcuni ili quelli che, come ad esempio Beppe Ciardi, avevano, nelle antecedenti mostre veneziane, saputo guadagnarsi l'ammirazione degli intenditori per vivezza di fantasia, grazia di figu- razione o gustosa sapienza di pennellata, abbiano esposte tele troppo inferiori, nella scarsa elaborazione mentale e nell' imperfetta esecuzione, alle loro prime, mentre altri, come il Volpi ni il Rizzi, abbiano troppo pedissequamente e troppo superficialmente imitato questo o quel quadro straniero, che, venuto nel 1889 o nel 1<)01 da! Nord d'Europa a Venezia, riuscì ad impressionare vivamente prò o contro il pubblico e la critica. ANGELO MORSELLI : VECCHIE CALZETTE. Fot. T. Filippi - V^enezia. ANGELO MOKBELLI : SIESTA INVERNALE. iIKOI.AMO CAlk'Ali: Ik'AMnXh, l\ l'iMTA. (.irsil'l'l MI.XTKSSI: I)lSI-.(i\0 in.H : I.A cai IhURALl. GIROLAMO CAIRATI: FILARE i;i PLATANI A RAVENNA. 148 l.'aiir moiidialf a \'cnc?.ia mi 1903 Lascio in disparte la ciiu-slinm' ninltd contnivi. rsa si- il [HTifìtlu d'un biennio, che in realtà si riduce a diciottu mesi, fra 1' una e l'altra es|i()si/i()ne d'arte sia sufiicientc ad ottenere che ciascuna di esse al)l)ia. nelle sale italiane, una sua PIHIRO LIIUSA: IMSI.GXO \'V.\i ■ LA CAlThDKALE ». peculiare iisiononiia e procuri ai visitatori la gradevole sorpresa di un discreto numero di opere, se non di s|)iccata orij,nnalità, almeno di apparenza alquanto diversa da quelle consuete. Osserverò invece, jier rammaricarmene, che i nostri pittori, fatta qualche rara eccezione, addimostrano una biasimevole pigrizia cere- brale, la quale vieta loro di evolversi di continuo, sia c<»l ricercare sempre nuove fonti d'ispirazioni, sia con l'attingere dall'assiduo et! appassionato studio della CARLO BALESTKINI : IKISli; VIOII.IA LODUVICU CAVALLkl : URI //A \ l.vl'LR 1 l\ A . / pittori del Nord d'Italia 151 natura e delia vita iiniana nuove sensazioni e nuove emozioni Osserverò inoltre che essi, ed i giovani veneziani in ispecie, sono eccessivamente proclivi, giovan- dosi della nativa prontezza dell'occhio e della mano, a riprodurre sulle loro tele alcuni aspetti formali delle opere straniere, mentre invece dovrebbero sforzarsi di penetrarne l'intima essenza, di rendersi chiaramente conto delle ricerche tecniche in esse applicate, di pareggiarne l'acume dell'osservazione, l'efficacia fantasiosa e la Fot I. PacL-hion CARLO BALESTRINI : LA QUIETE DEL VESPERO. intensità emotiva, e, sopra tutto, di scernere gli elementi assimilabili da quelli repugnanti alla propria indole : è in tal modo soltanto che anche l' imitazione, ben diversa dalla più o meno abile contraffazione e che, intesa nel senso più nobile della parola, è stata in ogni epoca ed in ogni paese un non disdegnabile principio di rinsanguimento estetico, potrebbe aiutare non poco alla desiderata ed in parte iniziata rinnovazione dell'odierna pittura italiana. Nel gruppo dei pittori dell'Alta Italia, che. i|ui a Venezia, è il più numeroso e presenta maggiore varietà di opere, gli artisti più originali e più interessanti a me sembra che siano quest'anno due luministi, Angelo Morbelli e Vittore Grubicv, i quali, però, il primo nel quadro di figura ed il secondo nel paesaggio, applicano, con sagace discrezione, la tecnica della divisione dei colori. Il ciclo di sci quadri, che il Morbelli ha intitolato // poema della vecchiaia. / pittori del Noni (l'Italia 153 rappresenta, con un' efficacia patetica, miraiiile nella sua semplicitcà, alcune scene dell'esistenza triste e monotona che uomini e donne aggrinziti, incanutiti e curvi dagli anni, menano nelle vaste e nude sale dell' ospizio Trivulzio, che la carità milanese ha creato a rifugio della vecchiaia dei perseguitati dalla miseria e dalla mala sorte. Ecco della pittura psicologica, senza esagerazioni politico-sociali e senza mistificazioni letterarie, che io giudico, nella sua soave schiettezza, buona e vera ed a cui do, con vivo entusiasmo, il mio plauso ! Fot. H. di Sambuy - Torino. LUKLNZU ULLLLAM: llDtS. In quanto alla fattura, è incontrastabile che il Morbelli, nel Natale dei rimasti, piccolo capolavoro di sentimento e di evidenza evocativa, abbia ottenuto nel raggio di sole che attraversa il vasto camerone dell'ospizio, in cui quattro vecchi dormic- chiano, si riscaldano presso la stufa o ripensano mclanconicamente al passato, un effetto luminoso di eccezionale intensità. Xon meno importanti, benché assai meno facili ad essere apprezzati al loro giusto valore, sono i dieci piccoli quadri, scene arborate o lacustri d' Italia e d'Olanda, che il Grubicy ha radunato sotto il titolo comune di Crepuscoli o notturni e nei quali, per lo st|uisit() diletto degli occhi dei raffinati buongustai, ha fissato, !54 L'urte iiioiiiliiilc a l'ciiciii/ lìti l'H)J con peniiL'llo tli rara ilclicatezza, i più svaiiali ciictti di lini cruiniscolari (.• vesper- tine sui iiioi'ili spi'cciii a/zurr()jj;ii()ii (M\v acc|ii(.' ik'i laj^lii, in mezzo ai iiamiiagiosi ammassaiiuiiti ed ai lunghi cini trasparenti delie nulli o fra ,uli intrichi ramosi deplì alberi, hi lio i,nà più volte detto (_|uaiitu altamente apprezzi l'arte sua. elio tliventa d'ai no in anno più i^reziosa e ili lattiu-a più lal)oiini è perche il suo quadro biblico, Chi è senza peccato getti la prima pietra^ |)oco maturamente concepito e frettolosamente eseguito, è giunto a V^enezia tardi, mentre per la fama del valente ma troppo neghittoso artista milanese sarebbe stato meglio che 156 L'urie nioiidialc ti Venezia ne! 1903 non vi fosse adtlirittura arrivato. Aiuiic Gaetano Previati ha doviiln alioj^arsi nel •^ran salone internazionale, non pereliè sia ^iunto eon ritardo, ma per le enormi dimensioni del suo trittico d'ispirazione mistiea, L'assiiiizioiie della \'er<(inc, che. non ostante alcune riprovevoli deficienze formali, diventate purtroppo abituali nel pittore ferrarese e che rappresentano un tjrave iiericolo pel suo avvenire artistico, riesce mi- rabilmente a dare, a chi lo guartla con una certa insistenza, l'impressione superter- rena di una visione roseo-dorata sur un fondo luminoso di cielo vespertino. KllURi: Ilio; LL K.M'I'I.ZZ.MKICI. Fra i tfiovani lombardi ricorderò Pietro Chiesa, che, oltre ad alcuni prca - Velie r,LGi,ii:i.MO CIARDI : il. iìlcimoko. / pittori del Nord d'Italia 171 rimane sempre il più simpatico ed il più interessante dei pittori veneziani e, quando ci si attarda un po' a contemplare sia Fondamenta, coi suoi graziosi monelli fulvi o biondi che camminano sotto il sole dandosi la mano, sia le già citate Rappez- zatrici, con le sue vezzose popolane sedute sotto una pergola, sia anche Discesa e Luna nascente, piccoli quadri creati proprio per la gioia degli occhi, gli si per- dona tutto. Fot. T. Filippi - Venez FRANCESCO SARTORELLI : NEL BOSCO. Un gruppo di tele anche più numeroso di quello presentato dal Tito e senza la scusa della varietà dei soggetti, ha esposto Pietro Fragiacomo e forse sarebbe stato meglio per lui che qualcuna d'iitiportanza secondaria, di meno sapiente esecu- zione o ripetente un motivo pittorico già da luì più volte sfruttato fosse rimasta nel suo studio. Come che sia, egli ci riappare in tutta la squisitezza melanconica ed intensa di delicato evocatore della campagna e del mare in Riposo, in Glicinia e sopra tutto in Silenzio, che, nella intonazione finamente grigia e col suo argenteo effetto di luce lunare filtrante fra le nubi per ripercuotersi sull'acqua, mi sembra proprio un piccolo gioiello iiittorico. >^ l-RANCKSCt) SCA 1 TUl. A : vi:i.ii;rì nei. canale DI 11 A niUDECCA. 1..1. 1. ! .hpp, - W PIERKTTO bianco: NEVE SLLLA SUNNA. hot T Filippi - Xeni- / pittori del Nord d'Italia ''■5 Poetico, suggestivo ed elegante ci si mostra, ancora una volta. Bartoionieo Bezzi nei suoi paesaggi di un giailino aureo ed una nota schietta di poesia emana dall'arborata scena di tramonto di Battista Costantini. Di Guglielmo Ciardi, al Bucintoro, quadro a pretesa, che non possiede di certo tutta l'efficace pompa che richiedeva il soggetto grandioso, fatto proprio per ispi- rare il pennello geniale dell'inglese Turner. io preferisco di gran lunga Temporale MARIO VOLPI : B.^LLO IN C.\MP.\GNA. 1 ol. 1. tiiippi in laguna, con un riuscito effetto di luna, e Placido fiume dall'armoniosa gamma di verdi e di turchini. Di Beppe Ciardi, che, dopo i successi trionfali ottenuti negli ultimi anni, attraversa ora un periodo d'incertezza e di tentennamenti, come atte- stano i tre quadri esposti nella sala dei rifiutati ed in parte anche il duro e poco gradevole Al sole di luglio, è da segnalare Superstite, il quale rappresenta una statua abbandonata, che il sole al tramonto glorifica coi suoi raggi d'oro. Assai leggiadro è poi, nella civettuola sua grazia settecentesca, un piccolo quadro che Emma Ciardi ha intitolato Fra ombra e sole. Se (A'sare Laurenti tlimostrasi assai inferiore a se stesso nel banalissimo quadro ANGELO DALL'OCA-BIA.NCA: LA PIAZZA DELLE ERBE A VERONA. F.il. 1., (;,iv.ulini - \\ / pittori del Nord d'Italia 177 di costumi veneziani Preludio ; se Alessandro Milesi abusa, senza più riuscire a piacere, dei troppo da lui sfruttato tema patetico della famiglia del barcaiuolo ; se Luigi Nono, anche sfoggiando una minuziosa e paziente perizia di pennello, non riesce né a commuoverci né ad interessarci con Abbandonati, vecchio d'ispirazione e di fattura, sa invece appagarci Francesco Sartorelli, pure ripetendo effetti da lui più volte fissati sulla tela di tramonti igneamente aurei dietro i tronchi degli Fot. T. Filippi - Vt LUIGI selvatico: macchine in pressione. alberi o di montagne specchiantisi, attraverso un velo di nebbia, nell'acqua del sottostante lago. Fra i pittori veneti più giovani, meritano una parola di sincero encomio Mario Volpi pel Ballo in campagna, benché evidente vi appaia l'influenza dello svedese Anders Zorn ; Francesco Scattola pei Velieri in canale della Giiidecca; Luigi Sel- vatico per Macchine sotto pressione ; Cesare Vianello per Sera di pioggia ; Pie- retto Bianco per Neve sulla Senna; Antonio Rizzi per Granoturco sull'aja, abile ed ardita imitazione del Riso del russo Philippe Maliavine, che nel 1901 suscitò polemiche così lunghe e vivaci e che adesso trovasi nella Galleria d'arte moderna di Venezia; e Alberto Martini pei suoi graziosissimi disegni umoristici per illustrare La secchia rapita, schizzati a penna con grande bravura. Non tutti i quadri di Angelo dall'Oca-Bianca mi soddisfano egualmente, perchè, I7S L'urie iiìoiiilidlc (i \'ciic2Ì(i nel /'MIJ iliiatti, il sinil)olismo del dittico Nellii vita (Soiriio-Reallù i mi paru astruso v kiiii biccato, perchè la testa di vezzosa fanciulla veneziana mi sembra di una piacevo- lezza un po' leziosa e perchè il manierismo da miniaturista con cui sono dipinte alcune fiC '-'^Stsf^l^jé MCCULO CAW'lCCl: GAIKZZA. LLiul CjIOI.1 ; IkA.MuMu. / pittori del Centro e del Sud d' Italia 1S7 tele di Mario de Maria, nella sala dell' Emilia, non rimangono che un pregevole studio di coro di chiesa dai lignei scanni scolpiti, su cui il tempo ha deposto la sua scura patina e su cui si balocca un raggio di soie, di Salvatore Marchesi; due quadretti monocromi ed un'eccellente monotipia di Giuseppe Miti-Zanetti, che ritrae la piazza di San Marco sotto un cupo cielo temporalesco, solcato dai guizzi dei lampi; due interni, meno che mediocri nella ricerca della mercantile piacevolezza, di Alberto Pisa, che, due anni fa, aveva esposto una gustosa scenetta londinese; LUIGI GIGLI : SCIROCCO. e due acqueforti, dal tratteggio elegante ma un po' gracile, ed una piccola tela simbolica, di composizione alquanto confusa nell'affollamento delle figure, di Au- gusto Sezanne. Nel gruppo toscano, se colui che trionfa è un morto, Telemaco Signorini, che ebbe il merito grande di serbare anche negli anni della vecchiaia gli ardimenti battaglieri della giovinezza, sono i pittori anziani e di fama assodata che, quest'anno, si dimostrano deboli, incerti o stanchi. Così, senza menzionare di nuovo il Celli coi suoi due brutti ritratti, Giovanni Fattori, che nel pastello, non privo di pregi. Dopo la battaglia d'Adua non ha saputo ottenere la grandiosità tragica che im- l'LIMO \O.MtLLI\l : GI0V1M.ZZA VITTORIOSA. Fot. T. Filippi - Venezia. PLINIO NOMELLlNi: IL CANTO dell'usignolo. OALII.FO CHINM l.A SI'IN'GE. Fot. T. Filippi - Vene/ ONORATO CARLANDi: VFRBASCLM LL/TFL'M. / pittori dei Centro e del Sud d' Italia 191 poneva il soggetto, si presenta con tutti i suoi difetti e con quasi nessuno dei suoi pregi nella vasta tela, tanto poco gradevole all'occhio, Butteri maremmani condut- tori di mandre ; così Francesco Gioii, avendo voluto lasciare il suo solito genere graziosamente aneddotico, non è riuscito a raggiungere la fermezza del disegno, la luminosità dell'ambiente e sopra tutto la poetica nobiltà della composizione che richiedeva il tema alla Puvis de Chavannes da lui prescelto pel suo quadro Vita, GIULIO ARISTIDE SARTORIO: IL TEVERE A CASTELGIUBILEO. una donna nuda, che, distesa in riva ad un fiume e con accanto un uomo, anch'esso nudo e sdraiato sulla sabbia giallognola, palleggia un bimbo. In quanto alle due tele di Niccolò Cannicci, se l'una, Ave Maria, ripete con mollezza un soggetto da lui trattato più volte, l'altra. Gaiezza, piace per una certa grazia mite ed elegante di figurazione villereccia e di scenario campestre, benché troppo evidentemente difettoso sia il disegno della figura della prima delle contadinelle che rincorronsi sotto il sole lungo un declivio erboso. Fra i pittori toscani che, se non anziani, possono però ben considerarsi d'età matura, colui che si rivela in sensibile progresso, specie per la bravura con cui ha saputo fissare sulla tela alcuni luminosi effetti di sole, è Luigi Gioii, dei cui tre quadri '^2 l.'cirtv mondiale a Vcinzia nel l'M)3 mi piace sopra tultu tnulli) clic raiiprrsciita dui' (.oppic di buoi al lavoro, in mezzo al liilgido rosscy;giaic del tramonto. Aiibastanza buono è L'addio del sole di Lu- dovico Tommasi, un effetto crepuscolare sur un cantuccio di campagna toscana, IMBERiO COKOMALDI: LO SPtCCHIU K LA DONNA. notato con pennello esperto e delicato, ma che nulla ci dice di nuovo sul conto del suo autore e del paese dipinto. Alquanto disuguale poi come fattura ci appare il quadrettino di Angiolo Torchi, Nuvoli di primavera sul verde, in cui se sono riprodotte bene la trasparenza e la molle mobilità del cielo nuvoloso, non è abba- stanza sicuramente segnato il primo piano. / pitlori del Centro e del Sud d'Italia 193 F. VITALINI: DALLA SERIE ^. 1 COLLI d: ROMA > ( ACQUAFOR] E I. Più interessante, nella sala toscana, si presenta la breve falange dei giovani. Tra essi, oltre il Chiglia ed il Kienerk. già da me segnalati antecedentemente come ritrattisti, sono da rammentare Antonio Discovolo, con un'impressione d'in- crespata acqua di mare sotto il sole mattutino, pregevole malgrado un'eccessiva violenza cromatica; A. Paolo Antony de Witt, con una scena primaverile di cam- pagna in Sardegna, in cui ritrovansi quelle solide qualità costruttive che sono fin troppo trascurate dagli odierni paesisti ; Augusto Bastianini, con un delicato effetto di luci serotine sulla curva d'una strada f2rroviaria ; e poi ancora Adolfo de Ca- rolis, Plinio Nomellini e Galileo Chini, che tutti tre, pur con caratteri differenti, palesano una spiccata tendenza verso la pittura allegorica di espressione decorativa. Meno fantasioso forse, ma più misurato, più corretto e più sicuro di se si addimostra il primo di essi nella composizione di alquanto fredda eleganza di linee e di tinte e di letteraria ispirazione anglicizzante che egli ha intitolata Verba ad pidorein amatoris e che raffigura una giovane e formosa donni nuda sur uno sfondo di campagna fiorita e tra due angioli, che, librati in aria danno fiato ad artrentee tube. F. VITALINI : DALLA SERIE ' I COLLI DI ROMA (ACQUAFORTE). 104 L'aite iiioiulialc a Venezia nel 1903 Il Xonirllini ha ilij-iiiitii il L^nippi), spiciantr sur mi cielo iiiiuocato di tra- monto, tli una ilnnna sin- un cavallo galoppante, eli aleinii efebi itfnudi armati ili archi e ,i,riavellotti e di un minuscolo amorino alato, che tlovrebbero simbolizzare, non si comprentle bene perchè, la (ìioviiicxxa villoriosa. ,\d onta che l'insieme presenti un'inne,i,rabile i,'razia decorativa, che riscontrasi anche nell'altra sua grande Fot. T. Fil ppi - Venezia. ..\LCESTI-: C.AMPRIAM: LLTIMI RAGCI sui. CAN'AIF m VIAREGGIO. tela, d'intenzione più modesta ma di ma^tjiorc efficacia poetica, // canto dell' usi- gnolo, e ad onta che la complessiva intonazione d'oro in fusione riesca assai gradevole alla pupilla, quest'opera del pittore livornese, nel simbolismo confuso e nel disegno troppo sommario e più d'una volta scorretto, è un modello tipico, tanto più che ideata ed eseguita da uno dei giovani che più fanno sperare di se, di quella peccaminosa insufficienza di elaborazione cerebrale e tecnica, che io la- mentavo al principio di questo capitolo. E la fretta si scovre, benché in modo meno spiccato e jiiìi che altro mila Fot. T. Filippi - Venez ALCESTE CAMPRIAM : SPIGOLATLKA. 19t) L'arte mondiale a \ cinzia mi I'HI.ì fattura nidlk' e lilaiiu'iitosa a hasr ili liasttmciiii Raftailli, lU'lla \astissinia u-la la sfinge di Galileo Cliini. non certo molto orij^inale come in\enzione, ma a cui non si saprebbe rifiutare una eerta nobiltà grandiosa di composizione, la quale attesta nel giovane fiorentino, che riafferma il suo valore pittorico in una scena invernale di campagna sotto la neve, spiccate e non comuni attitudini a decorare larghe pareti. lULLlO C.WIPKIAM : CUCIIRICI DI VEl-K A VIAREGGIO. Tra i pittori romani primeggia (liulio .Aristide Sartorio, con vari di quei così caratteristici suoi paesaggi a tempera e con una vastissima tela, che occupa tutto il fondo della sala del Lazio e che evoca con abbastanza efficacia, malgrado la disposizione alquanto scenografica e malgrado qualche deficienza formale, specie nel primo piano, la maestà selvaggia e un po' triste della campagna romana, coi suoi immensi pascoli, coi suoi numerosi greggi e coi suoi barbuti mandriani dalle gambe coperte di pelli caprine. Fra gli artisti romani di fama assodata nominerò Enrico Coleman, col delicato acquarello Mattino il' inverno ; Giuseppe Raggio, col quadretto ad olio non privo di merito, l.a masseria in viaifffio : ed Onorato Carlandi, con tre tele di valore / pittori del Centro e del Sud d'Italia 197 molto disuguale, di cui preferisco quella di complessiva intonazione rossiccia, inti- tolata semplicemente Tevere. Fra i giovani menzionerò Camillo Innocenti per la graziosa e vivace scena d'intimità familiare di una madre che, stando a letto, scherza con una sua bimba bionda, la quale gli fa perdonare il gruppo goffamente coreografico d'un ciociaro ridente ad una pallida e vaporosa donnetta nuda, la quale Fot. T. Filippi - Venezia. FEUEKICO ROSSANO: NOVEMBRE SULLE RIVE DELL'oISE. dovrebbe simbolizzare la prima luce del giorno che risveglia il lavoratore della terra ; Arturo Noci per un gustoso quadretto d' intonazione calda, che ci mostra una modella che si sveste nella penombra di uno studio di pittore; Augusto Stop- poloni per uno dei suoi soliti saggi di evocazione del mondo pagano e di dilet- tantistica imitazione degli antichi maestri ; ed infine Umberto Coromaldi per Lo specchio e la donna, in cui alla piacevolezza del soggetto va bellamente accop- piata la sicura virtuosità del pennello. Due nomi di romani, l'uno di nascita, l'altro di adozione, voglio fare a parte: quello di Francesco Vitalini, che, nelle sue stampe a colori, riproducenti pittoreschi 198 L'arte iiioniliulc a Venezia nel l'>()3 Fot. T. Filippi - Venezia. GIUSEPPE CASCIAKO: DAL TANAGKO l'S. ARSINIO). aspetti dei colli romani, riconferma la nervosa ed agile sua perizia nell' incidere mercè l'acquaforte le lastre di rame, ed Enrico Lionne, la cui ardita tela divisio- nista La linfa, se per tanta parte deve considerarsi mancata, riesce, pel coraggio e per l'entusiasmo del tentativo, nonché pei pregi non comuni, che osservansi nella dipintura dell'ampia campagna e dell'ignuda figura femminile, vibrante di voluttà nell'attesa del primo bacio, molto più onorifica pei suo autore di tanti quadri di aurea mediocrità, i quali procurano agli artisti che li iianno dipinti iodi e quattrini. / pittori del Centro e del Sud d'Italia 199 Nella sala del Mezzogiorno le opere di pittura sono piuttosto scarse, ma, se quasi nessuna di esse presenta quel nervoso accento di novità e rivela quell'ap- passionata ricerca di non sfruttati effetti di linee e di colori, che richiamano in particolar modo l'interesse del pubblico e suscitano le discussioni de^rl' intenditori d'arte, su ognuna di esse lo sguardo si posa con piacere, sia anciie col jiiacere un po' molle e senza vivo entusiasmo di ciii ritrova impressioni già provate e che non ha avuto il tempo di dimenticare. Quando gli artisti del Napoletano e delia Sicilia faranno un coraggioso sforzo su sé medesimi per rinnovarsi e non rimanere più a lungo alla retroguardia della pittura italiana? Quando avremo finalmente la tanto attesa e desiderata gioia di scovrire tra essi due o tre giovani ignoti, che appalesino una visione personale affatto propria e non ripetano, con lievi modificazioni e con più o meno abilità, ciò che è stato raffigurato da tanti pennelli prima del loro ? Di Francesco Paolo Michetti vi è un paesaggio abruzzese un po' nero e scar- samente luminoso e due Icggiadrissime scenette infantili monocrome. Idillio ma- rino e Processione di fanciulli: troppo modesto contributo per un artista della ippi - \'onczia. GIUSEPPE CASCIARU SUL TEVERE. 200 L'arte iiioiidiiilc a Wnczici uri l'KKì valentia e della faina del pittori- ili l-"raneavilla, tanto piii eiie nessuna ilelie tre piecole tele è di data recente. Di Alceste Campriani vi sono non meno di sette paesa.ytfi (sei nella sala del Mezzojjjiorno ed il settimo nella sala toscana), ai quali per la comune intonazione rossiyna riesce alquanto dannoso l'essere posti l'uno accanto all'altro. Ritroviamo jierò in ciascuno di essi, ma in is|)ecie nei tre intitolati l'Uinii ni^i;! sul iinidlr ili GIUSEPPE DE SANCTIS: TESTA DI FANCIULLA. Viareggio, Piazza Napoleone a Lucca e Spigolalura, quella delicatezza e c|uella giustezza d'impressione, che sono state sempre fra i suoi prejj;i mayi^iori. Accanto a lui quest'anno si presenta per la prima volta al pubblico il suo fi^ijliuolo Tullio, con un modesto quadretto, Cucitrici di vele a Viareggio, che è dipinto con molta semplicitéi e con una franchezza assai lodevole in un giovane appena ventenne. Di Federico Rossano vi è una delle sue abituali scene di campagna francese lungo un fiume e durante la tristezza dell'inverno, dipinta con tanta squisita ele- ganza e con tanto intenso sentimento di poesia che quasi non si riesce più a rim- proverargli l'eccessiva monotonia liella sua ispirazione. ■>• -■• *»^ r GIUSEPPE DE SANCTIS : NUDO FEMMINILE. ^ .; '7: V-*.- ^^.. v^«?^'"-'. VINCENZO CAPRILE FIORE ALPESTRE. / pittori de! Centro e del Sud d'Italia 203 Di Giuseppe Casciaro vi sono dieci gai pastelli, eseguiti con disinvolta sicu- rezza, dei quali, a mio gusto, i tre più riusciti sono Tempo grigio, Il Tevere e Dal Tana grò. Di Giuseppe de Sanctis, oltre ad un /iiipressioi/e di pioggia di piacevolezza alquanto superficiale, v'è uno studio di nudo femminile su tondo rosa, eseguito VINCENZO caprile: acqua zurfegxa. con grande amore, ed una gustosissima testa di ianciulla. dipinta alla prima con vera bravura. Di Lionello Balestrieri v'e una tela di soggetto assai doloroso, giacche è sug- gerita dagli ultimi giorni di Domenico Morelli. La figura del glorioso maestro, roso dalla malattia che doveva, due anni fa. trascinarlo al sepolcro, vi è ritratta con rara efficacia, ma il resto del quadro è d'una banalità alquanto vignettistica. E l'elenco non lungo dei pittori napoletani si chiude col nome di Vincenzo Caprile. Egli stavolta è ritornato decisamente al suo genere preferito di glorificatore fin troppo carezzevole della grazia e dei vezzi delle popolane partenopee e delle 204 L'arte nioiidinlv ti Venezia nel 1903 contadine della Campania t' della provincia di Salerno e, col suo quadro ad olio F iore alpestre e sopra tutto col pastello Acqua znrfei^na, ha subito ritrovato presso il yran pubblico l'antico fervore ammirativo. Due soli pittori, infine, rappresentano (|Ucst'anno la Sicilia a Venezia: Fran- cesco Lojaconi) ed lettore ile Maria-Berijler. Il |)rimo, che nel l'Mil avL-va un gruppo <.ri)!i\i dipinti con grande delicatezza tli tocco, ha stavolta una dclk- mk- Irle meno riuscite L' pili superficiali. Il secondo, invece, riconferma la \vm cnniuiu' hra\ura del suo pennello, pure trattando un aspetto del vero mai da lui per lo innanzi studiato e che nell'ambiguità delle diverse luci naturali ed artificiali, le quali, in un porto pieno di navi e di barche, si combattono e si accordano bizzarramente nel- l'ora del vespero, presentava, per essere evocato sulla tela, difficoltà non poche e !inii facili a su|H'rarsi. ETTORE DE .MARIA-BERGLEK: LUCI VESPERTI.NE. iGNACio zuloaga: tentazione. vili I PITTORI STRANIERI. FRA i molteplici vantaggi delle periodiche mostre d'arte internazionale della città di Venezia non è di sicuro da tenere in disdegno quello per cui già da qualche tempo anche da noi l'interesse della classe colta non si restringe più esclusivamente alla produzione artistica dell' Italia o, come accadeva più di sovente, della propria provincia, ma si va rivolgendo alle svariate manifestazioni che le belle arti presentano in tutta 1' Europa, nonché in America e neh' Estremo Oriente, evitando così quella lenta stanchezza e quella progressiva disaffezione, che fatalmente derivano dalla sfera limitata dell'osservazione e dalla monotonia d'appa- renza delle opere presentate alla curiosità del pubblico. Bocklin. Whistler, Israéls, Carrière, Kroyer. Zorn, Liebermann, Meunier. Rodin: ecco tutta una serie di nomi gloriosi, che, sconosciuti o poco conosciuti fino ad otto anni fa anche alla grande maggioranza dei nostri artisti, nessuno adesso in Italia, pur possedendo una conoscenza superficiale di pittura e di scultura moderne, confesserebbe d' ignorare. Sarebbe quindi un errore oltremodo pernicioso per l'avvenire della prospera e tanto benefica istituzione artistica di Venezia se coloro che, con vivo amore e con fervido entusiasmo, ne curano le sorti, si lasciassero indurre da un malinteso patriottismo, che non tarderebbe a trasmodare in un regionalismo arido e gretto, / pittori stranieri 207 a limitare, sia pure in piccola parte, lo spiccato e spregiudicato carattere di inter- nazionalità, che pei passato ne lia costituito il maggiore elemento di fortuna. Se il successo estetico dell'attuale esposizione veneziana, tanto più importante joA(jLi.\ sorolla: rappezzatrici di reti. per noialtri critici d'arte del successo economico, dei cui specchietti comparativi si è discusso in questi ultimi tempi fin troppo, è stato inferiore a quello delle quattro antecedenti, la ragione precipua, a mio nvodo di vedere, è che quest'anno gli stranieri sono stati alquanto trascurati. Difatti, non soltanto lo spazio concesso loro è stato minore, ma le sale più riccamente addobbate sono state riservate agli 20S l.'dili' lìioinìiiili il W'ittxid mi l')()3 italiani; diiatti ,uli inviti ai,'li stranieri sono stati in nmiu'rtj assai più scarso, a ffiudicare almeno dai presenti, i tpiali da dneeent(K|iiindici clic erano nel l'H)l sono discesi a centocinquantuno, nuiitre, al contrario, t^li italiani sono saliti da centocinquanta a centottantaquattro ; difatti, la collocazione dei quadri forastieri. non più distri- buiti per nazionalità, come saj^acemente si era fatto ne^li anni scorsi, ad istruzione del puiìblico e per vantaf^gio complessivo delle opere, lascia più di una volta da desiderare. Non ostante ciò, se le decorazioni delle sale rej;fionaii italiane iianno i. l-i.ippi - Venezia. HERMKN ANGLAUA: 1.\" lEAlRO. risvegliata la maggiore curiosità del pubblico e suscitate le più vivaci polemiche sui giornali è innegabile che le vere attrattive artistiche dell'odierna mostra vene- ziana sono costituite dalle opere dei ritrattisti stranieri e dalla rivelazione di un giovane ed ardimentoso pittore spagnuolo, Ignacio Zuioaga. finora affatto scono- sciuto in Italia, benché già molto apprezzato in Francia. Si ritorni dunque agli antichi metodi, si mantenga d'ora in avanti completa fedeltà al programma sinceramente internazionale, ampliandolo e svolgendolo se ne è il caso, e sarà tanto di guadagnato per l'esposizione di Venezia e per il pub- blico italiano. Soroila. .Xnglada e sopra tutto Zuioaga hanno quest'anno, a Venezia, riabili- tata trionfalmente la pittura spagnola, che la numerosa falange dei cincischiati. / pittori stranieri 209 leziosi e superficiali seguaci ed imitatori di Fortuny, artista squisito ed affascinante ma detestabile caposcuola, avevano ridotto al più compassionevole stato di deca- denza, malgrado gli entusiasmi destati nel nostro paese, finché il confronto con iGXACio zuloaga; danzatrici. più sani, più schietti e più vigorosi indirizzi stranieri non ne ebbe svelata tutta l'artificiosa vacuità, che ricompare stavolta soltanto in un quadro di scenografico pseudo-misticismo: San Francesco che ritorna dalla Vernia di José Benlliure. Joaquin Sorolla y Basticla è un'antica e gradita conoscenza del pubblico che frequenta le mostre veneziane. In due jiiccole marine. Cupo di Sani' Antonio e 210 l.'dric mondiale 'ciic.'.ia nel I')(ì3 Effetto ili sole sul iniiir. ed in una scena della laboriosa vita ilelle doniu dei pe- scatori. Rappezzutrici di reti, noi ritroviamo, con vivo compiacimento, le sue mi- rabili doti di freschezza d" impressione e d' ingegnosa notazione della lolgorante IG\ACIO ZUÌ-OAGA: 11. SANTERO. luce solare. Per quanto, però, siano pregevoli per schietta semplicità d'ispirazione e per securo magistero di tecnica, queste e le altre opere esposte, dal 18'Jh in poi. in Italia dall'acuto osservatore del vero e dall'entusiastico innamorato del sole che è il simpatico pittore di Valenza, io vorrei che. a farvi apprezzare appieno la robustezza e l'originalità dell'arte sua. la quale possiede talvolta anche una pa- IGNACIO ZULOAGA: LA ZIA LUIGIA. / pittori stranieri 213 tetica intensità di sentimento, egli si decidesse ad inviarvi qualclie quadro d'impor- tanza maggiore, come, ad esempio, // bagno. Cucendo le vele o, meglio ancora, Triste eredità, col suo doloroso grupjio di fanciulli racliitici in riva al mare, che Fot. T. Filippi - Venezia, IGNACIO ZULOAGA : l'ICADOR GITANO. Ottennero tutti tre un così grande e meritato successo a Parigi nel l'tUU. D'indole affatto differente è Hermen Anghida, un raftinato della tavolozza, le cui tele di mondana visione parigina, con una lieve tendenza alla caricaturale de- formazione di Toulouse-Lautrec, e di una fattura elaborata, pastosa e sapientissima 5ono destinate a procurare la più sottile voluttà visiva alle pupille etiucate e coni- 214 L'arte luoinlialc a Vciuxia mi 1^>(Ì3 piiu-L'iitisi ai complicati accordi cromatici. Le tlue tele da lui iii\iate a Venezia, tli cui l'ima raffigura una comitiva di zerbinotti in marsina (.• ili tlonnine galanti scol- lacciate e dai larj^hi cappelli piumati, raccolta in un ffiartlino ili caffè-concerto illu- minato alla veneziana, e l'altra tre «.(itane dai fastosi vestiti variopinti, che suonano le nacchere e contorconsi nelle flessioni lascive di un impetuoso fandango, piac- ciono sopra tutto come squisite musiche di colori. -er. — ♦. CL.AUDE monet: bord de l.\ seinh. Con ii,niacio Zuloaga, così diverso e da Soroila e da Anj^ladi:, noi ci troviamo di fronte ad un artista rude e possente nel suo realismo impassibilmente oggettivo, ad un artista di spiccatissimo carattere iberico, sia poi tipi rii^rodotti sia pel modo di riprodurli sulla tela, ad un artista clic, riattaccandosi direttamente a (joya. ri- prende, dopo una lunga e deplorevole parentesi, la grande e gloriosa tradizione pittorica del suo paese. Disdegnando all'eccesso quell'esteriore piacevolezza elegante e melliflua, che ha formato, in questi ultimi cinquant'anni, la rovina dei pittori suoi compatrioti e ricercando, sovra ogni altra cosa, l'evidenza realistica ed il carattere espressivo, / pittori stranieri 215 Zuloaga ama scegliere le figure dei suoi quadri nei bassifondi di Madrid, di Bar- cellona 0 di qualche altra città della Spagna e nella creatura umana compiacesi di mettere in evidenza l'essere d'istinto che svelano gli appetiti sensuali e la vita del vizio. Danzatrici dal sorriso meccanico e falso, fanciulle precocemente reclutate Fot. Olir CLAUDE MONET : LE PIRAMIDI DI l'ORT-COTON. dalla lussuria, prostitute imbellettate, mezzane ghignanti, toreri abbrutiti dal sangue, bevitori ubbriachi, romiti c|uestuanti adusati all' ipocrisia ed alla menzogna, guar- diani notturni, emuli più che persecutori dei ladri da cui dovrebbero proteggere i pacifici cittadini: ecco i suoi modelli preferiti, che il suo pennello violento evoca, con colori accesi e più d'una volta stridenti, con segno marcato ed incisivo e con 216 l'arie nioiiilidic a Vnio.ia nel IQ03 una efficacia di mocleiiazioiie, clie rende in particoiar maniera evidente ciò che di turpe, di sensuale o di falso Inumo le fattezze e le pose del corpo e ciò che di equi\()co e ili hiidu hanno le lisononiie, suscitando un'impressione profontia di realtà vissuta, come a ben pochi artisti è concesso di produrre, e mostrando una Spagna violenta, concentrata e tetra, mollo diversa da quella di una superfi- ciale vivaciteì d'opera comica a cui da tem|io i nostri occhi e le nostre menti eransi assuefatti. tul. Uurand-Kucl - l'arici CAMILLE PISSARRO ; LA [MAZZA DEL THAaike FRANpAIS ». A dare al pubblico italiano un'idea più completa dell'interessante rinnovamento dell'odierna pittura spagnuola sarà bene che nel 190.n, accanto a Zuloaga, a Sorolla e ad Anglada, trovi posto c|uel gentile e poetico evocatore dei leggiadri giardini di Granata, fioriti di rose e rallegrati da zampillanti getti d" act|ua, che è Santiago Rusinol. Nella falange eletta se non moho numerosa dei pittori francesi, che hanno esposto quest'anno a Venezia, fra i tiuali si cki^iora l'assenza del Le Sidaner e si / pittori stranieri 217 desidererebbe trovare anche il Fantiii-Latour. il Legros, l'Aman-Jean, il Jeanniot, il Geffroy, il Laurent e Marie ed Aime Duheni, che non dovrebbero più a lungo ri- manere sconosciuti in Italia, v'è un piccolo gruppo d'impressionisti, che richia- mano subito la curiosità di tutti coloro che s'interessano alla storia dell'arte con- temporanea, senza però riuscire ad appagarla. E, di vero, per quanto vibranti di luce appaiono sotto la pioggia dei raggi dorati del sole meridiano ed in mezzo allo spumeggiare dei flutti marini, le Scogliere di Dieppe di Claude Monet ; per quanto vivacemente formicante di gioconda folla parigina sia La piazza de! Tlicdtre- Fot. Durand-Ruel - Parigi CAMILLO PISSARRO : GIARDINO DELLE «: TUILERIES ». fraiifais di Camille Pissarro: per quanto delicata di toni sia la scena fluviale Colpo di vento di Alfred Sisley; per quanto morbidamente plasmato sia lo studio di gio- vanile e formoso nudo femminile di Bagnante d'Auguste Renoir; e per quanto ca- ratteristica, nella sua polverosa ed arida tristezza, sia la Via maestra di Jean-Francois Raffaeli!, sono tutte opere non abbastanza significative per dare un'idea esatta di ciò che è stata ed ha voluto essere la scuoia impressionista. Qui a Venezia, come a Parigi nel 1900 e come a Bruxelles, a Monaco ed a Vienna, una mostra complessiva degl' impressionisti francesi, di cui tanto si è di- scusso e le cui opere in Italia così pochi conoscono, poteva riuscire di grande at- 318 L'arte iiioìidinlc a Wiiczin nel l'HI^ Irattiva e sarclilio stata in (),l;iiì iikkIo molto istruttiva, ilappniiiic eviciciitc appare oggidì a cliiunquc non aiiijia la mente otteneiirata da inguaribili pregiudizi estetiei che, malgrado gli errori e le intemperanze inevitabili in ogni rivoluzione, sia sociale ÌJy' ALFRED SISL1:V: CDI.I'O DI VliN TO. sia artistica, l'evoluzione fatta fare da essi alla pittura negli ultimi quarant'anni, col luminismo neirordine formale e col modernismo nell'ortlitie sostanziale, è forse la più importante, la più rinnovatrice e la più salutare nell'arte moderna. Quanto non si è voluto e non si è potuto fare quest'anno si farà nel 1905? Auguriamocelo. Fra i jiittori francesi, escludendo gi' impressionisti ed i ritrattisti, coloro che / pittori stranieri 219 emergono sono, anche questa volta, Lucien Simon col quadro bellissimo L'indovina. una delle predilette sue tipiche scene di vita brettona, che egli osserva con occhio acuto e chiaroveggente e dipinge con savorosa succosità cromatica; Charles Cottet, che anche lui si mantiene fedele alla prediletta Brettagna, tanto nella Processione di San Giovanni, con una pittoresca folla di figure grandi al vero, quanto neW'Uf- Fot. Duraiid-Kiiel - Parigi, AUGUSTE RENOIK: BAGNANTE. fido della sera, alla cui suggestiva impressione di misticismo contribuisce non poco la monotonia della colorazione giallognola del paesaggio melanconicamente vespertino, sul quale spiccano le figure nerovestite ed incappucciate delle donne, che, a piccoli crocchi, si avviano verso la chiesetta in riva al mare; René Ménard, con uno dei suoi squisiti paesaggi idealizzati, raffigurante la sponda arborata di un lago, sul cui margine erboso sta assisa una giovane donna ignuda ; ed infine Gaston La Touche, con tre quadri ad olio. La morte del fauno. La cena e Rac- L'arte lììondiiilv Vciio.hi nel 1903 conto di fate, e due acciiierelli, Ricoiiio di San Marco e Le passioni, di sogffctto svariatissimo, ora mitoloifico ed ora di mondana attualità, ora graziosamente o visionariamente fantastico ed ora allegorico, ma sempre originali come invenzione e piacevolissimi alla pupilla nella loro delicata vaporosa trasparenza e nella loro luminosa gamma aureo-verdina, rotta talvolta da vivaci accenti di colori accesi. c;ii.\KLLs coirti : l'lcficio di sera in brettagna. Da segnalare, subito dopo costoro, è Henri Martin, con una vasta tela di ca- rattere decorativo, Bucolica, che deriva come concezione direttamente dalle com- posizioni di nobile sintesi simbolica di Puvis de Chavannes e che nella fattura si giova accortamente della tecnica divisionista. Degli altri pittori francesi, Alfred Roll appare poco simpaticamente vignettistico in due banali episodi di vita infantile. La pappa e Bimlìo a cavallo ; Armand Berton riesce delicatamente grazioso nel minuscolo quadro Dopo il bagno, ma cade nel lezioso nell'altro di soggetto spagnuolo Flirt, in cui per dippiìi la figu- Fot. T. Filippi - Venezia. G.ASTON LA TOUCHE: LA MORTE DEL FAUNO. / pittori stì (mitri 225 retta di andalusa è nella parte infeiiore un po' difettosa di disegno; Jean Veber evoca, nella Lotta di donne, una scena di bizzarria fra il sensuale ed il grottesco che non manca di originalità e di attrattiva e che aveva già esposto lo scorso anno a Roma sotto forma di acquaforte a colori; Alfred Smith presenta alcuni Fot. T. Filippi - Venez GASTON LA TOUCHE : LA CENA. cantucci di Venezia e di Pompei, dipinti con pennello abile e diligente, ma assai scarsi di fascino di colore e non vivificati da nessun soffio di poesia ; e Raymond Allègre riconferma le sue doti di paesista con una buona impressione di campagna provenzale. Ma la nota più acuta ed efficace di modernità francese, anzi di parisianismo, 226 L'arte mondiale a \'i/ìc.?/a nel 1903 la si ritrova in una serio stupenda i!i acquaforti in i)iaiico e nero ed a colori tiel giovane incisore armeno t:d,u;ar Ciiahine, che riesce mirabilmente a fissare sulla lastra metallica, con punta di rara e disinvolta bravura, così una scena di monilana elejjanza del Bois-de-Boulotjne eonie una compassionevole folla di mendicanti di- nanzi ad una chiosa, così i volti imbellettati, le pose procaci e yli abbigliamenti di stravat^ante fastosità delle abituali frequcntatrici ilei notturni ritrovi parijjjini come la faccia emaciata, la persona stanca ed i vestiti lerci e rattoppati di un vecchio i;D(',.\k CllAHIXE: RIIRAITO DI AXATOLE I-RA\CE (ACQL'AFOKTK). operaio senza lavoro, così l'intellettuale arguta figura di Anatole France, seduto accanto alla sua scrivania, come la maschera caratteristica ed espressiva di una matura attrice di teatro popolare. Le varie mostre veneziane ci hanno tlato cani|M) di conoscere e di ammirare parecchi dei più valorosi rappresentanti di (.niella jiittura bclifa, che è. a mio j^iu- dizio, fra le più ardimentose ed originali e. in jiari ttinpo. ira le più sane e più equilibrate che vi siano in Europa nell'ora presente, ma io sarei ben lieto se il comitato ordinatore, a dar modo al nostro pubblico di formarsene un'idea esatta e completa, come tjià ha potuto fare net^li anni scorsi |ier l'olandese, la scandinava. EDGAR CHAHINE: un'attrice del teatro popolare, (acquaforte). a z D EJIILE CLAUS: POMARIO FIAMMIN'GO. EMILE CLALS: AUTUNNO. L 'arte ni Olì il ini e \'uc?.iii mi l'XK^ la scozzese e l'iin,i;lierese, si decidesse ad asserenarle un'inura sala, in eni accanto ad una scelta si},mificativa di opere di coloro, che, da Courtcns a VVytsnians. da Baertsoen a Claiis, da Frédéric a Khnopff, da Ensor a De Groux, da Leempoels a Leenipiitten. da Dierchx a Biiysse. da Delvin a Marcette, hanno jjià esposto a Venezia, se ne trovassero anche di Theo van Rysselberghe. le cui tele sono così GEORGES BUYSSE : LA CHIESA DI WONDELGHM SOTTO LA NEVE. luminose e ifioconde, di Alexandre Struys. le cui angosciose scene tlell'esistenza familiare si raccomandano per realistica eHicacia rappresentativa e per patetica intensità di sentimento, e di Eugène Laermans, le cui figurazioni alquanto brutali ma vigorose ed impressionanti della vita degli artigiani fanno più d' una volta ri- pensare al vecchio Breughel. Sono persuaso che a questa sala non mancherebbe l'interessamento ed il plauso dei buongustai d'arte, che. nell'esposizione mondiale di Parigi del 1900, così vivi suscitarono quelle, nelle quali erano raccolti più di cento cjuaclri belgi, di cui non \i iTa alcuno che iiotcsse giudicarsi nu-iio che me- / pittori stranieri 231 diocre o semplicemente banale e che non richiamasse il visitatore intelligente mercè qualche pregio singolare di fattura o d' ideazione, se non addirittura per una visione affatto individuale degli uomini e delle cose. Ma, lasciando da parte ciò che potremo vedere ed ammirare nella ventura esposizione, accontentiamoci ora di passare rapidamente in rassegna gli undici quadri e le undici acqueforti che nell'attuale rappresentano la pittura e 1' incisione del Belgio. ALBERT BAERTSOEN : MIDDELBOURG DESTATE. Fra tutti incontestabilmente emerge Émile Claus, il quale riconferma la magi- strale sua eccellenza come pittore del sole in due ampie tele, stupende per bionda luminosità autunnale e per verde freschezza campestre, Pomario fiammingo ed Au- tunno, la seconda delle quali, con ottimo criterio, è stata acquistata per la Galleria d'arte moderna di Venezia. Degli altri paesisti belgi. Adrien Joseph Hevmans presenta un Tramonto sulle Ardenne, pregevole pel giuoco delle luci in mezzo ad una diffusa nuvolaglia, ma alquanto calcinoso nella distesa arborata della campagna ; Georges Buysse riesce ad interessarci profondamente per l'evidenza ed insieme la delicatezza della pen- nellata e pel senso giusto della stagione e dell'ora, pure ripetendo una scena in- Ai.BKKT h.\i;ktsoen : DALIA SHKli; < 1.1-; CITTÀ MORTE (ACQUAFORTE). / pittori stranieri -^^ vernale di paese, il viale della chiesa di Wondelgem coverto di neve ed illuminato da un pallido raggio di sole, da lui già più volte trattato, ma mai, credo, con pe- rizia più sicura e con risultato più efficace; ed Albert Baertsoen, più che pel quadro L'estate a Middelboiirg. il quale, con la sua riga di case dai tetti rossi, che si specchiano nel sottostante canale, ci appare un po' acre di colore, ci piace stavolta ì^ FERNAND KHNOPFF: DONNA MASCHERATA (PUNTA-SECCA). per la serie bellissima di acquelorti dal morbido tocco vellutato, intitolata Le città morte, in cui ritroviamo, con gioia grande degli occhi e della mente, tutto il sottile suo fascino di poetico evocatore della suggestiva melanconia delle vecchie case, delle strade e delle piazze solitarie, degli alberi spogliati dall' inverno e delle placide acque, riflettenti il firmamento nuvoloso. Se poi Jef Leempoels riesce poco attraente con una delle sue solite manierat"' e legnose figure allegoriche e con un Interno rustico di fattura antiquata ; se James Ensor, che tante simpatie aveva saputo accaparrarsi due anni fa con le sue fanta- 236 [.'arte mondiale a Vciwzia nel 1903 siose e personalissimo acqiicfoiii. noi, lascia neppiir sospettare la così robusta sua originalità di pittore ad olio in una minuscola ed assai scarsamente significativa Veduta d'Ostenda ed in una Ncitiira morta, la cui ilelicata armonia di tinte da troppo pochi occhi può essere gustata appieno ; l'ernanil Khnopff invece, oltre a farsi ammirare come ritrattista nella leggiadra figura di dama vestita di viola e come incisore in tre eleganti punte-secche, riafferma con uno squisito dittico ad acquerello, // sei fraiìfciis ! ■> e, pure facendo un'osservazione in. gran parte vera, sarebbe in- giusto. Se, difatti, il Faber du Faur non fu un pittore di spiccata originalità, non lo si può neppure giudicare un imitatore pedissequo e banale, giacché le sue scene napoleoniche, le sue cariche di cavalleria, i suoi mercati orientali, le sue soste di cavalli ed i suoi gruppi di soldati turchi e tli trombettieri moreschi, non soltanto rallegrano l'occhio e compiacciono la mente per la vivacità gioconda dei colori, attenuantesi talvolta in delicate tonalità argentine, per la grazia del disegno e per l'abilità della composizione, ma attestano altresì una squisita tempra di artista, il cui sapiente dilettantismo, invaghito dei coloristi che fiorirono in Francia dal 1830 al ISbO, non andava scompagnato da pregevoli doti personali di osservazione del vero e di visione cromatica. I.' Il ite inoinliali Vciicr-.ia ini Ì9U3 I-r;i i pittori toiioschi viventi, il .yru|ipì cnulelmente smagare una delle più belle leggende dell' Oriente biblico. Ancora i pittori stranieri 243 Tanto la Russia quanto l'Austria non sono quest'anno rappresentate a Venezia che da due pittori ciascuna: la prima da Illia Répin, con un'immensa scenografica figurazione della tentazione di Gesù nel deserto, anche più grottesca e triviale che bizzarra, e da Casimir Stabrowsky, con una tela assai poetica, che rappresenta un cantuccio di parco nella tristezza di un vespero invernale e con un audace effetto temporalesco ; e la seconda dal boemo Vlaho Bukovac, con due dei soliti suoi nudi femminili, illuminati dal sole, non sgradevoli all'occhio, ma di un'attrattiva HERMANN URBANI IIATIINO AZZURRO. affatto superficiale, e dal magiaro Gusztav Mannheimer, che imparammo a cono- scere ed a stimare due anni fa e che stavolta, più che come un delicato osserva- tore del vero, ci appare come un virtuoso della tavolozza, sia in quattro paesaggi. Lembo di foresta in Ungheria, Villaggio ìielV Alford, Tempo burrascoso e Pianura ungherese di sera, dipinti tutti con simpatica foga di pennello, ma alquanto ma- nierati, sia con due quadretti assai gustosi. Scherzo e lannhduscr, di carattere più che altro decorativo. Anche l'Olanda è scarsamente rappresentata, giacche oltre a Christoffle Bis- schop. con tre ritratti ed una natura-morta, non v'è che Hendrik Willem Mesdag, con cinque delle sue magistrali marine, fra cui in particolar modo mirabili le due 244 L'arte inoiidialc a Vcnvxiu nel l'/()3 intitolate All'ancora e La spuntar del JDOL.\ DI DORDRECHT. ad Otto Hesselbom, con una delle sue consuete scene panoramiche di carattere cosi tipicamente scandinavo e con due cantucci di campagna sotto la neve, che inten- samente esprimono la melanconica poesia dell'inverno; a iMichael Ancher, che ripete ancora una volta i suoi tre pescatori seduti al sole a rischio di stancare, malgrado la sua bravura realistica, la così viva e schietta ammirazione suscitata fin dal suo primo presentarsi, nel 189,ó. al pubblico italiano; a Halfdan Strom, con un Interno rustico in Norvegia di grande efficacia evocativa, sotto la pennellata sicura, ma rude, e con un paesaggio autunnale nelle ore vespertine che, nella sua I.LDWKi Di;iT.MA\.\: KAC.AZZl. DKI.l. ISOLA DI FOIIR. MAX l.IIBl.KMAW : CAFFK-CONCERTO. WILLV SI.UITEK: sulla spiaggia di KAIWVK. I oi. T. I ilii'pi - ViuL-zia. RUDOLF SCHKA.M.M-/H1AL : ANITRE. Ancora i pittori stranieri 249 squisita finezza, non attira forse di prim'acciiito lo sguardo, ma su cui questo si attarda con vivo compiacimento una volta che vi si sia posato, troviamo due nuove conoscenze nello svedese Ola! Arborelius, con due paesaggi di una piacevolezza alquanto superficiale ed un tantino manierata nella verde chiarità degli alberi e delle acque correnti, e nell'altro svedese Paul Graf, che dimostra una non comune in- tensità rappresentativa nell'evocazione dei luoghi e dell'ora in tre quadretti, di cui due riproducono, con colorazione un po' acre ma efficace, due violenti effetti di GUSZTAV MANNHEIMER : TANINHAUSER. sole meridiano sulle acque, e l'altro, che è indiscutibilmente il migliore dei tre, un effetto di notte in un canale, fiancheggiato da case, su cui un fanale riflette la sua luce giallognola. Gli scozzesi sono venuti anche quest'anno in schiera abbastanza numerosa, ma le loro tele dalla visione sempre ricercatamente poetizzatrice della realtà e dalla fluidità carezzevole della fattura, che qualche volta esagerasi fino a diventare inconsistenza costruttiva, perdono non poco della loro efficacia non raccolte tutte Ancora i pittori stranieri 253 in una sala e frammiste invece ad opere di carattere differente e spesso affatto opposto sia per ispirazione, sia per tecnica. Ritroviamo, però, sempre con piacere fra essi Francis H. Newbery. con uno dei suoi gruppi di bambini dagli occhi ce- rulei, dai capelli biondi e dalle guance rosee. Sole a levante e luna a ponente, che egli ritrae con così squisita vaghezza di pennellata ; Harrington Mann, anche lui con un grazioso gruppo infantile; James Hamilton Whitelaw, con una piccola tela Sulla CH. bluk.M \.\.\'S GRAVKSAXDt: TKAMOX'iO A VENEZIA (MONOTIPIA). costa scozzese di gioconda gamma azzurra, la quale riafferma le sue doti spiccate di vivace colorista, che gii assegnano un posto a parte fra i paesisti suoi compa- trioti; John Terris, con due acquerelli della sua maniera un po' antiquata ed un terzo acquerello, Sulle coste olandesi, di una delicata intonazione grigio-turchina, insolita in lui ed assai leggiadra ; Archibald Kay. con un'Allia in piena campagna di grande freschezza e di squisita eleganza ; Arthur Edward Walton, con una Pa- storale scozzese, ripetizione un po' molle, un po' stanca e senza alcun bagliore 254 L'arte nioiulidlf a Venezia nei 1903 luminoso di un vecchio motivo di cui <^\\ scozzesi hanno, in questi ultimi anni, usato ed abusato ; Georjfe Smith, che anche lui ha il torto, nei suoi gruppi di ani- mali, di ripetere, con troppa monotonia di agjfruppamenti, i medesimi sojj;getti, ma che se lo fa di letff^ieri perdonare per l'evidenza della rappresentazione e la pene- trazione dell'oscura psiche ferina; Alexander K. Brown, cdii un Crepuscolo dopo la piogi^ia dipinto con vigorosa bravura e con un paesaggio ad acquarello, pregevole sopra tutto per lo studio di una grossa nuvolaglia prossima a sciogliersi in pioggia; Alexander Doehartv Brownlie, con un'impressione molto giusta e molto fine di iot. T. Filippi - Venezia ELGÈKE JANSSON : SENTIERI SUL GHIACCIO. campagna in prii;iavei-a, e poi ancora Eugène Dekkcr, Robert (,V)vrntry r Jnlin Hen- derson. con tele non prive di piacevolezza, ma scarsamente significative. Notevoli, al contrario, per una grande varietà d' ispirazione e di tecnica sono i due gruppi dei pittori inglesi e dei pittori americani. Fra i primi, emergono Frank Brangwyn, con La pigiatura del sidro, una tela davvero mirabile per savorosità cromatica e per grazia di comi^osizione e che può. a buon diritto, essere additata oome un magistrale modello di moderna pittura decorativa ; Alfred East, con due paesaggi La sorgente mistica e Notte lunare di un' armoniosissima gamma di colore e di una visione soavemente poetica; hi. H. La IhimguQ, con V Alba sul Lavington, OTTO HESSELBOA! : VISTA DEL LAGO. (ILdRcU; SMIIH : i^l\AI I, 256 L'arte mondiale a Venezia nel 1903 di sapiente fattura e di uno squisito sentimento poetico ; Byam Siiaw. con una delle sue predilette concettose scene allejj;oriciie. Diverse sono le vie che seguono gli uomini, di un disetjno minuzioso e paziente, ma eli una colorazione alquanti) sgradevole; e Hardy Dudley, preierihile. a trusto mio. nella vivace scenetta maroc- china. Gli oziosi, piuttosto che nel quadro pretenzioso e teatrale ma non jirivo di preiji, sia anclic un po' sfrossolani. di coloro / //;)/•/ in Spagna. Molto minore inte- HALIDAN STROM : SERA DAUIUN.MO I\ NORVEGIA. resse presentano il cartone per mosaico, Le tre Marie, di J. R. Clayton ed .\. Bell e le impressioni veneziane di Maud C. Ede e S. Melton Fisher. Gli americani poi, che, nella sala del ritratto, trionfano con Whistler e Sargent, si affermano possentemente anche fra gì' incisori con Joseph Penncl, che ha man- data tutta una collezione di minuscole accpieforti dal tratteggio sottile e delicato, suggerite da Venezia e da Toledo, e fra i pittori di paesaggio e di figura, con Alexander Harrison, che, oltre ad ima stupenda piccola marina, ha un Mattino nebbioso in campagna, con una figura ili contadinella, che, nella sua delicata seni- Ancora i pittori stranieri 257 plicità, è un vero gioiello pittorico ; con John Johnston Humphreys, al cui origi- nalissimo effetto di Mezzanotte estiva in Norvegia dà un particolare accento sug- gestivo la sottile figura di donna, ammantata di bianco, del primo piano; con Cari Fot. T. Filippi - Venezia. FRANCIS H. NEWBERV : SOLE A LEVANTE E LUNA A PONENTE. Melchers, cosi felicemente ardito nell'apposizione di tinte franche e vivaci della leggiadra tela che egli ha intitolata Le sorelle e che ci mostra, sur un fondo verde di prateria, due bimbette bionde dai limpidi occhi cerulei, vestite di rosso: con Eugène Vail, il cui gran quadro, che rappresenta una donna vestita di lutto dal -''* L'urte nioniliiilr u Vciuziii nel l'H).^ volto profondamente triste che accompagna in riva al mare un suo ridente tan- ciullino, tenendolo per mano, ci fa dimenticare quanto di artificiosamente patetico esso ha nell' ispirazione per la penetra/ione psicoioffica con cui sono studiate le l-KAXK BRANGWVN : LA IMOIAILRA DEI, SIDKO. due diverse espressioni sui volti della madre e del figliuolo ; con Eugène Benson, la cui veduta della la.^una veneziana di un grigio argentino, interrotto soltanto dalia nota rosea di una vela percossa dai primi raggi dell' aurora, è dipinta con grande finezza; ed infine con Walter Mac Even, la cui dama, vestita tli raso bianco, ■^^ :t AI-FRED EAST: VOITE LUXARE. ^t>t. T. Filippi - Venezia. H. H. LA THANGUE: ALBA SUL LA\I\GTON. Ancora i pi! tori stranieri 263 ì^ ì^ 'à-' I ■1% fritilf^ I i-t. r. I iliiipi - Venczi. JOHN JOHXSTON HUMPHREVS : MEZZANOTTE ESTIVA IN NORVEGIA. che, con le spalle rivolte allo spettatore, contempla il ritratto di un'antenata, rivela un virtuoso della tavolozza di valentia non comune. Nei volumi che ho consacrato alle quattro antecedenti mostre di Venezia, io ho già avuto campo di determinare e poi analizzare i caratteri essenziali, le sva- riate tendenze ed i successivi sviluppi della pittura odierna presso le varie nazioni d'Europa e d'America, come ho potuto eziandio precisare le influenze scambievoli esercitate dalle une sulle altre ed indicare quali degli elementi stranieri possano, a parer mio, essere assorbiti ed assimilati con giovamento dai nostri artisti e quali debbano recisamente venire respinti. Non volendo quindi ripetermi, mi sono sta- volta limitato ad un esame un po' rapido dei quadri e delle incisioni esposte dagli stranieri, tanto più che. eccezion fatta per le parecchie tele dello spagnuoio Ignacio 264 L'arte iiioinliiile a l'oiczia nel l'H)3 Zuloaga, nessuna manifestazione davvero nuova e nel medesimo tempo possente della pittura forestiera, si è avuta quest'anno a Venezia, ne, d'altra parte, vi abbiamo potuto ammirare qualcuna di quelle mostre complessive, abbondanti e pur scelte, che presentano la jiiltura di una nazione nei suoi aspetti più tipici e più sij^nifica- tivi. Ecco, pcrciù- i(}. cIk'. in mezzo airimprovviso scatenarsi di attacchi passionati e spesso astiosi contro la nobile impresa di Venezia, suscitati forse, più che da in- teressi lesi e da vanità offese, da quella malijfna febbre distruttiva d'ogni cosa che ottenga un certo continuato successo, la quale travaglia l'Italia e già le è riuscita tanto perniciosa, ho serbata tutta la mia fede nell'utilità grande che per la prospe- rità e pel progressivo sviluppo delle arti belle italiane e jur la coltura e per l'edu- cazione estetica del pubblico nostro hanno le ]v.ri(Hliclie esposizioni veneziane, vorrei, lo ripeto ancora una volta in fine di c|uesto volume, che coloro che ne sono a capo, serbassero, d'ora innanzi, la ])iìi completa fedeltà al primitivo programma internazionale, ampliandolo e svolgendolo senipie piìi, non soltanto nella parte na- zionale, ma anche nella parte straniera. , «j-s-,*-i«rT ■ •rijr-^!^':^* J- ^k . 1 fc-r-'iMini. orari 1 ALEXANDER HAKRISO\ : .MAlil.MO .\'EBB10S0. INDICE DEL TESTO Rettorica df.corativa 5 Tra il vecchio e il nuovo .... 28 Marmi, bronzi e gessi 49 La lotta tra i morti ed i vn-i Ql Ritratti e ritr.\ttisti 105 vi. I pittori del Nord d'Itali.\ . . . 143 vii I pittori del Centro e del Sud d'It.\lia .179 vai. I pittori .str.vnieri 205 IX. Ancora i pittori str.vnieri . . . 237 ELENCO DELLE INCISIONI Pag. Amendol.v Gio. B.vttist.\ : ^"enere ... 66 — Ada 67 Angl.vd.v Hermen : Gitane . . .... 206 — In teatro 20S Apolloni Adolfo: Fontana della Gioventù 6 Arte dell.v Cer.\mica: Fregio .... 10 B.\ERTSOEN Albert : Middelbourg d'estate 231 — Dalla serie < Le città morte > (acque- forti) 232-233 Balestrieri Lionello : Gli ultimi giorni di Domenico Morelli 17*^' B.ALESTRiNi C.\RLO : Triste vigilia! . . .150 — La quiete del vespero 151 B.vRTELS (voN) H.vNs : Lattivendola di Dordrecht 245 B.\siLE E. : Scrivania in mogano, eseguita dalla Casa Ducrot di Palermo (con pit- ture di E. De MariaBergler e figurine in bronzo di A. L^go) : 36 — La medesima scrivania aperta .... 37 — Portacartelle, eseguito dalla Casa Ducrot 38 — Tavola da tè, eseguita dalla Casa Ducrot 39 — Piedistallo in legno intagliato .... 42 — Piedistallo in legno intagliato, eseguito dalla Casa Ducrot .43 — Piedistallo in legno intagliato .... 44 Beck O Phìjlop : Targhetta in bronzo . 86 — Medaglia in bronzo 86 Beltrami G. : Due galli (vetrata a colori su cartone d'I. Cantinottii 24 — < Le donne, i cavalier.... » (vetrata a colori su cartone di G. Buffa 24 Benson Eugène : Una visione (Venezia) . 237 Besn.vrd Albert : Ritratto di signora . 105 — Ritratto della signorina D .112 Bezzi B.\rtolo.meo : Notte chiara . . 163 — Prima neve 164 — Mattino sul lago 165 Bianco Pieretto : Neve sulla Senna . . 172 Bl.vnche Jacques Emile : Ritratto del figlio di Maurice Barrès 1 24 — Bimba che si sveglia 125 Boldini Giov.\nni : Donna Franca Florio 119 Braecke Pierre : Senza lavoro .... 80 Br.vngwyn Fr.vnk : La pigiatura del sidro 258 BiYssE Georges : La chiesa di Wondel- gem sotto la neve 230 C.A.DORIN Vincenzo : Cassapanca in legno scolpito Cairati Girol.^.mo : Tramonto in pineta — Filare di platani a Ravenna .... C.\l.\ndr.\ D.wide: Il conquistatore . . C.\.MPRL\Ni Alceste : L^ltimi raggi sul canale di Viareggio — Spigolatura .... C.\.mpri.\ni Tullio : Cucitrici di vele a \'iareggio 196 CANNICCI Niccolò: Ave Maria . . . .185 — Gaiezza 186 C.vNoNic.\ Pietro : Ritratto di bambino 64 — Busto di Riccardo Selvatico .... 65 C.VPRILE Vincenzo : Fiore alpestre . . . 202 — Acqua zurfegna 203 C.\RL.\NDi ONOR.A.TO : Verbascum luteum 190 29 146 147 194 195 266 Elenco dcllv incisioui Carmina ri Antonio: In abito da hallo Casciako (JiLSiii'i'ic : Dal Tanagro (S. Ai- sinioi — Sul Tevere Castegnauo Felici-: : Mia moglie . . . Cavai.kri Lodovico : Brezza vespertina Chahine Mdgak : Ritratto di Anatcìle France (actiuaforte) — Un'attrice del teatro po])olare (acqua- forte) — Al « Bois do Boiiloirne > (acquaforte a colori) Ch.-\rlier Oi'iLLAUMK : Dolore materno . Chies.v Pietro : Disegno per La Catte- dra/e .... — La festa del villaggio Chini G.m.ii.ko : La Sfinge Ci.xRDi Emm.\ : Fra ombre e .';ole ... Ci.vRDi Gu\sEi'PE : SupL'rstitc Ci.vRDl Gl(a.li;i,Mo : Temporale — il Bucintoro Cii-'.VKlELi.o FlEli'i'o : E.xoriare ali([uis . . — Monsignor Daniele — Il Principe Reggente di Baviera . . . — Il Barone Marincoki — Onorato Carlandi ......... — Settembrina Cl.vus Emii.e : Pomario fi.immingo . . — .Autunno .... ....... CoROM.vi.Di Umhi;rto: Lo specchio e la donna Costa Gio\'.\nm : Donne sulla spiaggia d'Anzio — Ritratto della figlia delTarlista . . . — La ninfa del bosco . Cost.vntini B.vttisi'a : l'ine della giornata — Adagio CoTTET Ch.vrles : La processione di .San Giovanni in Brettagna — L'ufficio di sera in Brettagna .... Dall'Oc.\-Bi.\nc.\ .Anc;elo : La |)iazza delle erbe a Verona — Foglie cadenti ... De Albertis Edoardo: limonile . De i,a Gandara .Antonio : Ritratto della signora Salvator .......... — La Contessa di Noailles ..... — La Principessa di Caraman-Chimav Dei.le.vm Lorenzo : Fides ..... De NL\ria Mario : Reggia nel mondo della stanchezza — La luna ritorna in seno alla m.idre terra De Mari.\-Ber(;i,i:r Ettore: Luci ve- spertine De Sancti.s Gilseti'E : Testa di fanciulla — Mudo femminile Dettm.vn.n Ludwig : Ragazze dell'isola di Fohr .... East Alfred : La sorgente mistica — Notte lunare (>.ì F.\iìi;r di Fair i\on) Otto: Ritorno dalla campagna di Russia ..... 23S 19S — Lavoro faticoso 239 19') — Sosta 240 L^.T Palchetti Alherto: In alta pace . . . L55 1.^0 F.vttori Giovanni: Asinelli (acquaforte) 184 Ferro Cesare : L'attesa 160 226 Fragiacomo Piictro: Riposo 161 Frami'ton ( Jeorge : Ritratto di .Alfred East 84 227 (JEMiTO Vincenzo: Studio di nudo . . ."^0 — Il piccolo pescatore .^1 ll'^ — .Autoritratto ''2 7'' — L'artista e una donna 93 Gi(;,\nte (riACiNTo : Una scena a Pompei 94 l"-' La Capjiella del Tesoro di S. Gennaro 95 1'' (iioLi Fr.vncesco : \'ita 185 'IO — Tramonto .186 69 — .Scirocco 187 68 Gola Emilio: Ritratto a jiastello ... 140 70 — Ritratto di signora 142 70 (;razio.si Giuseppe: Fra amici .... 62 55 — L'automa 62 5() Grosso Gl\como : Ritratto dell:i signora 57 M. HumniL'l Zorn 127 5S ll.\RRisoN Alex.vnder: Mattino nebbioso 264 5'l I Ii'.ssELBO.M Otto: Vista del lago . . . 255 i)0 IIu.MPHREVs Johnston John : Mezzanotte 22'^ estiva in Norvegia 263 22'l Innocenti C.\millo: Ritratto della signora A. Besso 13') 192 I.\NK Giacomo: Signora a cavallo . . .123 j.vNssoN Eugène : Sentieri sul ghiaccio . 254 'U (erace Fr.\ncesco : La principessa di Ga- ''() latro-Colonna 75 '•7 Kaiser Rich.vrd: Vecchio castello in IIol- K.o Stein 241 167 KiiNoPFF FerN-vnd: Ritratto di signora . 120 Donna mascherata ('punta-secca) . . . 235 221 - Il segreto 23(. 222 K.ROVER Peter .'^i;\erin : Ritratto del Dr Schandorph . Ilo 175 La Thangik II. II.: .Alba sul Lavington 261 178 L.v ToicHi". G.aston: La morte del fauno 224 74 - La cena 225 L.vuREN'ii Cesari:: Parti del grande fregio 115 per la .Sala del Ritratto (piastrelle in 117 ceramica dello Stabilimento del Cav. Gre- IIS gorj di Treviso) ... .... Tavola 153 L.wERV John: Prima Comunione . . .126 L]:ni!.\( Il (\<)Ni Fr.vnz : Bismarck . . . 106 180 — .S. .A. R. il Principe Reggente di Ba- isi viera 107 — Wagner 109 204 LiEBERMANN M.\x : Caf fè-concerto . . . 246 2(10 — Sansone e Dalila 247 201 Mannhi:imer Guszt.w : Tannhiiuser . . 249 — Scherzo 250 246 MÉN.vRD René : Fine d'estate 223 259 Mentessi Giuseppe : Disegno per La Cat- 261 tedralc 146 Elenco delle incisioni 267 128 12<» 183 183 214 215 144 145 145 Mksdag Hendrik. Willem: All'ancora . 251 MiLESi Alessandro: Ritratto della madre del pittore — Ritratto del Sen. Pacifico Ceresa . . Miti-Zanetti Giuseppe : Uragano (mono- tipia) — L'albero secolare MoNET Claude: In riva alla Senna . . — Le piramidi di Port-Coton Morselli Angelo : Il Natale dei rimasti — Siesta invernale — Vecchie calzette Morelli Domenico : Gli amori desili an- geli . '. . . ino — Arabo che suona 103 — Figurina ili donna 105 MuziOLi Gjovanni: Funerali di Britannico 101 Newbkry Francis H.: Sole a levante e luna a ponente 257 Xoci Arturo: Mia madre 138 Novellini Plinio: Giovinezza vittoriosa 188 — 11 canto dell'usignolo 189 Oppler Ernest: Ritratto di signora . .122 Origo Clemente: Il porta-spese. . . . fd Parisani Napoleone : Ritratto della si- gnora Angeli Pellizza Giuseppe : Idillio primaverile Pissarso Camille: La piazza del « Théà- tre Francais » — Giardino delle < Tuileries » . . . . Poma Alessandro : Pannello tlecorativo della Sala del Lazio Previati Gaetano : L'assunzione della \'^ergine Quadrelli Emilio: vSoprapporto della Sala Lombarda — Amore e Dolore (orologio in marmo: . — Candelabro d'argento Raffaelli Jean-Francois : Damigella d'o- nore Renoir Auguste : Bagnante Rizzi Antonio : Granoturco sull'aja . . RoDiN Auguste : Ugolino — - La mano di Dio — Testa di Minerva — Amor fugit Romagnoli Giuseppe : La \'ita (vaso in bronzo) 14 — Busto di dijnna (V) — ■ Terra ;nater 70 Rossano Federico : Novembre sulle rive dell'Oise Rossi Enrico : Maria ...... ROUSSE.A.U \'icToR : Pubertà . . . — Demether Sala del Lazio — Fregi ... Sala Toscana . . — Porta 12 — Soprapporto . . 7 137 154 152 121 219 174 87 88 89 90 l'ag. Sala Emiliana 15 — Velario e fregio in istucco 16 Sala Lombarda . 10 — Fregio in istucco 17 — Particolari di una jiorta 20 Sala \"'eneta Il — Fregio 26 Sala del Piemonte 30 — Parete di fonrlo 31 Sala dal Mezzogiorno 34 — Porta 35 Saletta del Mezzogiorno, vista dal lato della porta 40 — La stessa, vista dal Iato della finestra . 41 — Cornice in legno e pannello in cera- mica .... . 32 — Porta 33 Sartorelli Francesco: Nel bosco . .171 Sartorio Giulio Aristide: Ritratto della moglie 136 — 11 Tevere a Castelgiubileo 191 ScATTOLA Fr-VNCesco : ^^elieri nel canale della Giudecca 172 ScHR.vMM-ZiTTAu RuDOLF: Anitre . . . 248 Secchi Luigi: Sogni candidi .... 71 — Ocarina 72 Selv.\tico Lino: Ritratto di Irma Gra- matica ............. 130 — Ritratto della signora Coletti . . . .131 — Cappuccetto grigio ... .... 132 Selv.\tico Luigi: Macchine in jjressione 177 Shaw Byam : Diverse sono le vie che seguono gli uomini 262 Signorini Telem.\co : Novembre .... 99 Si.MON LuciEN : I>'indovina 220 vSisley Alfred: Colpo di vento .... 218 Sluiter Willy : Sulla spiaggia di Katwyk 248 Smith George : Rivali 255 SoROLL.v JoAQUiN : Rappczzatrici di reti . 207 Storm van's Gr.\ves.\nde Ch.vrles : Tramonto a Venezia (monotipia) . . . 253 Stròm H.xlfd.vn : Sera d'autunno in Nor- vegia 256 Talamini Guglielmo: Ritratto della con- tessa Rocca-Mocenigo .... . . 1.-53 — Ritratto di bambina 142 T.wernier Andrea: Gli effimeri . . .143 Tesorone Giovanni : Fregio tessuto in seta nell'Opificio Serico di S. Leucio . 49 Tito Ettore: Le rappezzatrici . . .156 — Nascita di \'eaere 157 — Discesa — Fondamenta ...... . . Tren TACOSTE Domenico : Camino . — Caino 73 — Emma Gramatica 74 Troubetzkoy P.\olo : Ritratto del prin- cipe Galitzine . 53 — Ragazza 54 — Ritratto del ministro Witte .... 54 15't 159 II 268 Elenco delle incisioni Ugo Antonio : Orologio in legno e bronzo, eseguito dalla Casa Ducrot di Palermo 45 — Suggelli in bronzo 46-47 — Lampada da notte 4S — 11 cardinale Celesia, arciv. di Palermo 7<> UAb.vn IIerm.\nn : Sotto la luna . . . 1\2 — Mattino azzurro -13 — Dafne 244 Van Bii;sbroi:ck. Iii.ks : Gruppo del mo- numento Ai nostri morti SI Van dek Stapi-en Charles : La leggenda d'Orfeo 78 Verld.v U.mi!i:rto : Ritratto del dott. T. 134 ViTALiNi Francesco : Dalla serie < 1 colli di Roma > (acqueforti) 1 ''.^ \'oLi'i ì\L\Rio : Ballo in campagna . . . 1 73 ZoRN Anders: Ritratto della moglie . .111 — Ritratto della signora ^V 114 ZiLoAGA Ign.vcio : Tentazione ... 205 — Danzatrici ... 209 — Il santero 210 — La zia Luigia 211 — Picador gitano 213 N Pica, Vittorio 4-955 L'Arte mondiale alla V P54-3 Esposizione di Venezia PLEASE DO NOT REMOVE CARDS OR SLIPS FROM THIS POCKET UNIVERSITY OF TORONTO LIBRARY